Sosta – Enrico Bandelli

Borgo Museo | Sculture 1976 – 2004


ITALIANO | English below

La vita

Enrico Bandelli nasce a Firenze nel 1941, dove vive e lavora. Fondamentale per la sua formazione l'incontro con il professore Rodolfo Margheri, che lo incoraggia a portare avanti la passione che lo fa disegnare e dipingere fin da ragazzo. Appena ventenne entra a far parte del gruppo GADA riscuotendo i primi successi e riconoscimenti in campo artistico. Nel 1968 esordisce con la sua prima mostra personale alla casa di Dante a Firenze, presentato dal pittore Renzo Grazzini (autore dell’affresco Marzo qui a Castagno), i cui insegnamenti gli saranno di grande ispirazione e aiuto. In seguito si appassiona alla litografia e nella seconda metà degli anni '60 produce le prime copie scoprendo nuovi percorsi nel campo dell'arte. Nel ‘75 è invitato alla Quadriennale di Roma e nel ‘77 alla Biennale del Fiorino a Firenze. Espone poi in varie città italiane e all’estero, America, Australia, Giappone, Inghilterra, Spagna e Cina.

La poetica

L'artista è impegnato in una ricerca continua sui colori, dai toni accesi a quelli pastello, fino all'uso del bianco. Le emozioni che le opere trasmettono sono quindi spesso associate all'uso dei cromatismi, delle linee, più marcate o più sfumate, mentre i soggetti sono spesso nature morte o paesaggi; meno frequenti le figure umane, semmai utilizzate solo per evidenziare alcuni dettagli, come ad esempio i piedi nell’opera presente a Castagno. Alcune opere, come quelle della serie “Cromatismo materico”, sono caratterizzate dall'uso di colori molto decisi e contrapposti. É il tratto di colore stesso a definire le forme, che diventano quasi ininfluenti rispetto all'effetto del colore. Particolare è anche la contrapposizione dei dipinti della serie “l'essenza del colore”, che raffigurano paesaggi di fantasia, quasi da cartone animato, con tratti netti e forme stilizzate, con quelli della serie “raggi di sole”, in cui le forme si confondono l'una con l'altra in una sfumatura continua.

L’opera a Castagno

Le scarpe rappresentate all’incrocio tra due strade all’interno del paese, vicino alla casa che un tempo era la scuola di Castagno (come ricorda la piccola targa sul muro), sono un’opera commissionata da Tommaso Paloscia e realizzata da Enrico Bandelli e da lui intitolata “Sosta”. Sono una delle poche sculture realizzate da Enrico, che nella sua vita d’artista si è concentrato prevalentemente sulla pittura. Decide di rappresentare la “sosta” di due passanti mostrando solo le loro scarpe e non il resto del corpo, perché secondo lui i piedi sono la parte del corpo che comunica di più: i piedi ci tengono a terra, a contatto con il mondo che è natura. Gli occhi invece secondo il suo punto di vista non comunicano in modo sincero e diretto, perché una persona può avere un muro davanti a sé e non trasmettere all’altra persona il suo vero io interiore. Inoltre in quel periodo era circondato da persone di cui non si fidava, quindi Enrico cerca di dare un messaggio diretto e anche personale con questa particolare scelta. Non è forse solo una casualità, trovare l’opera di Bandelli accanto alla vecchia scuola del paese: ci ricorda che l’istruzione dovrebbe offrire gli strumenti per la libertà pensiero e far comprendere che il mondo naturale sui cui poggiamo i piedi e costruiamo case ospita l’umanità (e non viceversa).


ENGLISH

Biography

Enrico Bandelli was born in Florence in 1941, where he lives and works. The meeting with professor Rodolfo Margheri was fundamental for his education, encouraging him to carry on the passion that made him draw and paint since he was a boy. As soon as he was twenty he joined the GADA group, gaining his first successes and awards in the artistic field. In 1968 he made his debut with his first personal exhibition at Dante's house in Florence, presented by the painter Renzo Grazzini (author of the Marzo fresco here in Castagno), whose teachings will be of great inspiration and help. Later he became passionate about lithography and in the second half of the 1960s he produced the first copies, discovering new paths in the field of art. In '75 he was invited to the Rome Quadriennale and in '77 to the Fiorino Biennale in Florence. He then exhibits in various Italian cities and abroad, America, Australia, Japan, England, Spain and China.

Philosophy

The artist is engaged in a continuous research on colours, from bright to pastel tones, up to the use of white. The emotions that the works convey are therefore often associated with the use of colours, lines, more marked or more nuanced, while the subjects are often still lifes or landscapes; less frequent are human figures, if anything used only to highlight some details, such as the feet in the work in Castagno. Some works, such as those of the “Materic chromatism” series, are characterised by the use of very strong and contrasting colours. It is the stroke of color itself that defines the shapes, which become almost irrelevant to the effect of the color. Particular is also the contrast of the paintings of the series "the essence of color", which depict fantasy landscapes, almost like a cartoon, with clear lines and stylised shapes, with those of the series "rays of the sun", in which the shapes are they confuse each other in a continuous nuance.

Artwork in Castagno

The shoes represented at the intersection of two roads within the town, near the house that was once the Castagno school (as the small plaque on the wall recalls), are a work commissioned by Tommaso Paloscia and created by Enrico Bandelli and he entitled Sosta. They are one of the few sculptures created by Enrico, who in his life as an artist concentrated mainly on painting. He decides to represent the "pause" of two passers-by by showing only their shoes and not the rest of the body, because according to him the feet are the part of the body that communicates the most: the feet keep us on the ground, in contact with the world that it is nature. The eyes, on the other hand, according to his point of view, do not communicate in a sincere and direct way, because a person can have a wall in front of him and not transmit his true inner self to the other person. Also at that time he was surrounded by people he didn't trust, so Enrico tries to give a direct and also personal message with this particular choice. It is perhaps not just a coincidence, to find Bandelli's work next to the old school of the village: it reminds us that education should offer the tools for freedom of thought and make people understand that the natural world on which we rest our feet and build houses hosts humanity (and not vice versa).