C’era una volta il Castello di Castagno. E la Regina Ansa!

Ripercorrendo la storia di Castagno di Piteccio, a partire dalla sua origine, non possiamo che imbatterci subito nella figura di Ansa, l’ultima regina dei Longobardi.

È proprio qui, a circa due chilometri dall’attuale borgo, in una zona che nell’800 prese il nome di Saletto, che un tempo si trovava il Castello (di cui oggi restano poche tracce visibili) in cui risiedette Ansa. Ma perché una regina longobarda e tanto importante soggiornò tra le colline e montagne pistoiesi?

Una ricognizione della zona ha rivelato le tracce di un’antica costruzione, con un grande bastione a forma quadrangolare e la base di u torrione longobardo. Nel catasto granducale, la zona è segnata col nome di Saletto. Sulla mappa catastale del 183…

Una ricognizione della zona ha rivelato le tracce di un’antica costruzione, con un grande bastione a forma quadrangolare e la base di u torrione longobardo. Nel catasto granducale, la zona è segnata col nome di Saletto. Sulla mappa catastale del 1835, graficamente riportata qui sopra, è segnato a sinistra il paese di Castagno e poco più in alto, a destra, il Castello di Castagno (a circa due chilometri di distanza dal borgo, nella zona di Saletto).

 

LA REGINA ANSA

Uno degli ambiti in cui la regina operò fu quello, tradizionale, del culto religioso. In particolare, insieme al marito Desiderio, controllava direttamente l’intera rete di complessi monastici in Lombardia, Emilia e Toscana. Specificamente nel territorio attorno a Castagno esistevano dei Monasteri Ospizio fondati in quell’epoca dal medico pistoiese Gaidualdo. Ma l’influenza della regina non finisce qui: nel 753, Desiderio promosse la fondazione del monastero di San Salvatore a Brescia, voluto soprattutto da Ansa, della cui comunità femminile divenne badessa la figlia Anselperga.

Molte informazioni su questa figura vengono fornite da Paolo Diacono: monaco, storico e poeta di origine longobarda. Il monaco dedicò un epitaffio in versi ad Ansa, definendola «bellissima» e sottolineando il suo intervento determinante durante il regno del marito non solo in ambito religioso ma anche politico: il suo ruolo nella politica matrimoniale rafforzò, nel contesto europeo, la posizione della monarchia longobarda. La figlia Adelperga venne promessa in sposa ad Arechi, che fu imposto come duca a Benevento, mentre un’altra figlia, Liutperga, sposò il duca di Baviera Tassilone. Infine, la terza figlia, il cui nome non è indicato dalle fonti del tempo (rinominata successivamente “Ermengarda” da Alessandro Manzoni), sposò Carlo, non ancora Magno, re dei Franchi. La coppia occupò dunque una posizione prestigiosa nell’aristocrazia bresciana.

La figura di Ansa rappresenta un passo avanti rispetto al concetto di regalità femminile. La sua forte influenza era sottolineata anche nella documentazione notarile del tempo: alla regina venivano ormai attribuiti titoli - declinati al femminile - un tempo riferiti al re: «excellentissima», «reverendissima», «felicissima». ­­

Dopo la caduta del regno longobardo ad opera di Carlo Magno, Ansa si rifugiò insieme al marito in Francia. La tradizione vuole che si trovi oggi sepolta nella basilica del monastero di San Salvatore in una tomba decorata da mosaici.

 

IL CASTELLO DI CASTAGNO

Purtroppo il Castello di Castagno - dove Ansa soggiornò durante il suo periodo trascorso in Toscana - venne distrutto nel XV secolo per circostanze ancora poco chiare. Il Castello ebbe comunque un ruolo fondamentale per la storia e per l’identità dell’attuale borgo: le sue rovine, infatti, furono utilizzate per la costruzione del primo nucleo abitativo del paese che ancora oggi vediamo e conosciamo come Castagno di Piteccio. Trasportate in quella che prima veniva chiamata la Villa (un’area intorno alla fortezza dove viveva la comunità che coltivava il terreno), le pietre servirono così ad ergere nuove mura e case dove oggi possiamo “leggere” il passato: qua e là per il borgo sono evidenti varie incisioni, alcune riportano simboli medievali, altre testimoniamo la fondazione del paese attorno al 1600 circa.

E In un certo senso, come le pietre di questo castello, anche la regina ANSA ebbe un ruolo di “fondatrice”: con la sua attività politica, contribuì a stabilizzare il popolo longobardo in Italia per quasi mezzo millennio, fino all’invasione franca. e la storia, infatti, non l’ha dimenticata.