Castagno di Piteccio

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Cara Regione Toscana, perché hai dimenticato il Borgo Museo di Pistoia?

Qualche giorno fa abbiamo scoperto della pubblicazione di due nuove guide sull’arte contemporanea in Toscana: entrambe curate dal Centro Pecci (museo giustamente capofila della nascitura “Rete regionale per l’arte contemporanea”), realizzate con il sostegno di Regione Toscana e Toscana Promozione Turistica, distribuite gratuitamente in alcuni luoghi selezionati e consultabili nelle loro versioni online.

Così, lunedì 27 luglio, abbiamo partecipato alla presentazione di “My Art Guide Tuscany” e “Toscana Contemporanea” in un incontro tenutosi presso il Centro Pecci, moderato dalla direttrice Cristiana Perrella e presenziato da alcune cariche istituzionali: il Sindaco di Prato Matteo Biffoni, la vicepresidente della Regione Toscana Monica Barni, l’assessore regionale al turismo Stefano Ciuoffo, il direttore di Toscana Promozione Turistica Francesco Palumbo e Stefano Pezzato, parte del team del Centro Pecci e curatore editoriale della guida Toscana Contemporanea.

Perché due guide che parlano della stessa cosa?

È stato spiegato che My Art Guide Tuscany è destinata ad un pubblico del settore, addetto ai lavori, mentre Toscana Contemporanea si rivolge a tutti i visitatori interessati a scoprire una Toscana che non è solo Firenze, Rinascimento e Chianti. Il comunicato stampa le presenta così:

My Art Guide Tuscany, edita da Lightbox (Venezia), è un'istantanea della scena artistica contemporanea che segnala gli spazi d'arte più interessanti tra musei, gallerie e collezioni private, senza tralasciare i festival, le residenze, i giardini d'artista, le opere di land art e di arte pubblica. È anche un itinerario alla scoperta delle numerose cantine disseminate sul territorio, dei laboratori e dei centri culturali, “nella convinzione che l’arte, soprattutto in questa terra, possa abbracciare più ambiti”, spiega la nota introduttiva. La guida viene pubblicata in tre formati - cartaceo, digitale ed app - e sarà in distribuzione presso il Centro Pecci e in una selezione di gallerie e musei in Regione.

Toscana Contemporanea, edita da Gruppo Editoriale (Prato), è la nuova guida di Toscana Promozione Turistica che indica mete e attrazioni per scoprire la Toscana più attuale: l'arte pubblica diffusa in spazi urbani, i parchi e i giardini d'arte, principali musei e collezioni, musei tematici e d'impresa, architetture contemporanee prevalentemente di uso pubblico, istituzionale e culturale, cantine d'autore, decine di eventi fra i più interessanti degli ultimi tempi. Ogni sezione è corredata da una mappa indicativa e segue un percorso circolare, dal capoluogo regionale alla costa e verso l’interno, in modo tale da suggerire possibili percorsi di visita. La tiratura in versione italiana e inglese è destinata al settore specialistico della Promozione Turistica. Sarà inoltre scaricabile dal sito visittuscany.com.

Sfogliate le due guide e constatata in entrambe l’assenza del Borgo Museo di Pistoia, ci chiediamo: perché?

Perché Castagno di Piteccio con il suo museo all’aperto, fondato nel 1975 dal critico d’arte Tommaso Paloscia, non merita nemmeno una citazione? Il suo piccolo antico borgo, abbracciato dai boschi della montagna pistoiese, è impreziosito da opere d’arte di artisti e artiste di fama internazionale (tra cui molti di origini toscane o comunque fortemente legati alla Toscana) - come ad esempio: Antonio Bueno, Jorio Vivarelli, Venturino Venturi, Quinto Martini, Diana Baylon, Giuseppe Gavazzi, Alfredo Fabbri, Luca Alinari, Fabio De Poli, etc. - e dal 2019 questo luogo d’arte e natura è anche la sede del Borgo Museo Festival, dei Dialoghi sulla Donna, di laboratori d’arte e percorsi lenti, di Residenze d’Artista e di altri eventi e progetti che lo rendono vivibile dalla comunità e dai visitatori come nuovo centro culturale, creativo e contemporaneo… Perché Castagno di Piteccio, il Borgo Museo di Pistoia, in Toscana, non merita di essere inserito dalla Regione nella sua mappatura e promozione dei luoghi d’arte contemporanea?

Non lo merita oppure è stato involontariamente ignorato? Queste due guide sono forse due prodotti editoriali ideati e realizzati senza un coinvolgimento del territorio? Per una mappatura del genere, immaginiamo che la Regione e i suoi curatori abbiano: 1) chiesto agli assessorati a cultura e/o turismo segnalazioni circa luoghi e realtà che ospitano, creano, promuovono arte contemporanea; 2) aperto una “call” chiedendo direttamente alle realtà interessate (musei, gallerie, associazioni culturali, pro loco, etc.) di segnalare il proprio luogo/progetto legato all’arte contemporanea.

Se sono state fatte operazioni simili e noi non l’abbiamo saputo, allora per metà è colpa nostra: l’altra metà, di chi ci avrebbe dovuto informare, di una mancata o scarsa comunicazione. Se invece si è semplicemente preferito fare senza coinvolgere il territorio, allora che si smetta almeno di farsi belli e bravi alle conferenze di turno, davanti a microfoni e telecamere, con parole come “rete” o “sistema” che nella realtà dei fatti non esistono: una rete o un sistema, in questo caso regionale, esiste se al proprio interno si condivide-coinvolge-comunica.

E per favore basta anche ragionare di turismo sostenibile, lento e diffuso, che possa restituire città come Firenze ai cittadini e allo stesso tempo valorizzare le aree interne del Bel Paese, come la nostra montagna, come la Ferrovia Porrettana, abbandonata anche quest’estate da Trenitalia… Basta con le parole che non rispettano i fatti.

Ma torniamo al tema. A quanto è stato raccontato alla presentazione, l’idea di realizzare queste due guide è nata almeno un anno fa. Ecco, esattamente un anno fa, la scorsa estate, anche alcuni rappresentati della Regione Toscana sono passati al Borgo Museo Festival 2019 e ricordiamo bene di aver regalato loro, proprio in quell’occasione, il nostro Libro Guida “Castagno di Piteccio - il Borgo Museo di Pistoia”. Peccato se lo siano dimenticati.

Beh, all’inizio della ricerca e in un anno di lavoro, si sarebbe potuto e dovuto coinvolgere gli attori locali del contemporaneo che a livello pubblico e/o privato, sul proprio territorio, creano, valorizzano, tutelano, promuovono l’arte (e non solo!), e magari (soprattutto nel caso di realtà indipendenti come la nostra) lo fanno pure in assenza o scarsità di risorse e servizi.

In Italia abbiamo il vizio di delegare la gestione, tutela e promozione dei beni culturali al volontariato e alla passione, mentre operatori culturali professionisti, esperti e competenti, sono totalmente sfruttati o nei casi più fortunati sottopagati (per approfondire la drammatica questione nazionale: www.miriconosci.it). Chissà se mai inizieremo a riconoscere il valore del lavoro culturale. Che intanto, almeno, si decida di sostenerlo con gli strumenti di promozione finanziati dalle nostre istituzioni pubbliche.

Elena & CdP staff