Ma che valore ha il lavoro culturale?

Testo: Elena Mazzoni Wagner | Foto: Rachele Salvioli e Francesco Poli

Tre anni di #BorgoMuseo! Il progetto di rigenerazione a base culturale ideato e curato da CCT-SeeCity per la Pro Loco di Castagno, in un articolo per riflettere sul valore sociale ed economico del lavoro culturale. Buona lettura, CdP staff

Oggi a Castagno di Piteccio si possono contare ben 66 opere d’arte. Per contarle tutte è necessario guardarsi bene attorno, e da cielo a terra: alcune si affacciano alle finestre, altre si nascondono tra i cespugli, altre ancora ti sorprendono dietro l’angolo o si fanno notare solo se fai molta attenzione a dove metti i piedi!

Per “leggerle”, conoscerne l’artista e la sua relazione con Castagno, da dicembre 2021 è possibile accedere all’Archivio Digitale su www.castagnodipiteccio.it tramite il QR code presente su ogni targhetta e collegato alla scheda dell’opera. Che senso ha la collezione di un museo se le sue opere non sono fruibili, studiate, conservate, raccontate, condivise, vissute? Castagno di Piteccio, il Borgo Museo di Pistoia, ha quindi messo a disposizione di chiunque e ovunque il suo patrimonio artistico, con il desiderio di creare attorno a sé una comunità glocale ancora più ampia e partecipe, e la consapevolezza di lasciare uno strumento prezioso a chi in futuro vorrà continuare a prendersi cura di questo Museo all’aperto e diffuso, che oggi è un po’ più di tuttə!

Dal libro guida al festival

Tre anni fa, Castagno di Piteccio andava online e diventava social! Ma il lavoro di CCT-SeeCity (guidezine: www.cct-seecity.com | studio: www.cct.world) per la Pro Loco di Castagno è iniziato prima (nel 2017/2018) partendo dallo studio del territorio e nello specifico da una tesi di laurea diventata un progetto editoriale. L’intento, quello di cercare, raccogliere ed evidenziare le risorse esistenti ma sino ad allora trascurate, sottoutilizzate o ignorate, per creare una trama nuova e fertile, una rete interconnessa di segni e storie, tracce e percorsi. L’analisi è stata tradotta in un prodotto editoriale prendendo spunto dal concetto di atlante: partire da un rilevamento storico e geografico, osservare il paesaggio dall'alto, individuarne significati contemporanei; allo stesso tempo, interagire con il luogo attraverso visite ed escursioni, ricerche e documentazioni, incontri e interviste agli abitanti. È nato così un libro che rivela il borgo museo di Pistoia proponendosi come mediazione creativa, come guida per chi vuole/deve prendersi cura del territorio, per una valorizzazione strategica del paese e lo sviluppo di un turismo lento. Ma anche, naturalmente, per chi ha la semplice curiosità di avvicinarsi in qualità di cittadino o viaggiatore. Da qui, dal Libro Guida ‘Castagno di Piteccio - Il borgo museo di Pistoia’, realizzato da Erika Mazzoni Wagner e pubblicato da CCT-SeeCity, il CdP staff (gruppo di lavoro coordinato da CCT) ha iniziato a pianificare e sviluppare sia la comunicazione (in particolare la narrazione digitale) che la progettazione culturale. Così, il 19 febbraio 2019, Castagno di Piteccio è andato online con un sito web, è diventato social con una pagina Facebook, un gruppo Facebook, un profilo Instagram e due hashtags di riferimento: #CastagnoDiPiteccio e #BorgoMuseo. Per la stagione eventi, CCT ha invece ideato e organizzato una serie di attività raccolte in tre format principali: Castagno di Maggio – percorsi lenti; Borgo Museo Festival; Residenza d’Artista.

Ed ecco che è nato un nuovo centro culturale per chi ama l’arte e la natura, in grado di avvicinare la città alla montagna e viceversa, ecco il Borgo Museo di Pistoia.

La valorizzazione del territorio ed il valore del lavoro culturale

Secondo l’art. 6 del Codice dei Beni Culturali del 2004, la valorizzazione “consiste nell’esercizio delle funzioni e nella disciplina delle attività dirette a promuovere la conoscenza del patrimonio culturale e ad assicurare le migliori condizioni di utilizzazione e fruizione pubblica del patrimonio stesso”. Come spiega Mi Riconosci? nel libro Oltre la grande bellezza. Il lavoro nel patrimonio culturale italiano, “secondo il Codice e l’intera tradizione legislativa italiana, i beni culturali sono considerati tali non perché belli oppure utili economicamente, ma perché servono a preservare la memoria e a testimoniare il passaggio dell’uomo sulla Terra con l’obiettivo di creare così un’identità condivisa. Ogni testimonianza culturale, avente valore di civiltà, per continuare a raccontare alle future generazioni la propria storia deve essere viva e vissuta. La testimonianza rimane viva se tutelata e, di conseguenza, riesce a comunicare la sua storia se è anzitutto resa fruibile e in secondo luogo valorizzata.”

In tre anni di lavoro, CCT-SeeCity ha fatto riscoprire alla città di Pistoia l’esistenza di un Borgo Museo nel proprio comune. Nel 2017, Pistoia Capitale Italiana della Cultura, nessuno ha visitato Castagno di Piteccio. Nessuno sapeva o si ricordava del suo Museo all’aperto. Poi cos’è successo? CCT ha iniziato a raccontarlo e così a farlo conoscere a cittadini e viaggiatori. Ha costruito un’identità territoriale e attorno a questa una comunità glocale. In tre anni, il sito web di Castagno ha ricevuto oltre 27.300 visite (≈25 al giorno) da tutta Italia (62,5%) e dal resto del Mondo. La I edizione del Borgo Museo Festival, nel 2019, ha registrato oltre 700 persone in 1 solo giorno. Poi la pandemia ma CCT non ha smesso di lavorare e la II edizione, nel 2021, è stata un successo di 4 giorni. Oggi, per testate nazionali come Sky TG24, Castagno è tra i paesi dipinti d’Italia; il Borgo Museo è caso studio in un manuale di Marketing per Eventi Culturali; lə Castagnolə si danno appuntamento su WhatsApp per riparare steccati o brindare insieme sotto l’albero di Natale.

Con il lavoro culturale, CCT-SeeCity ha acceso una nuova consapevolezza collettiva che si è trasformata in partecipazione, attivando dinamiche virtuose promosse anche dal basso, come nel caso del restauro, ad esempio. In tre anni, 18 opere d’arte sono diventate oggetto di restauro. Allo stesso tempo, attraverso la Call for Artists, sono state raccolte oltre 260 candidature da tutto il mondo e così la collezione è cresciuta da 42 a 66 opere, in parte col progetto di Residenza (che in due edizioni ha coinvolto 12 artistə internazionali) e in parte con donazioni. Nel frattempo, il numero delle artiste donne presenti con un’opera è cresciuto da 2 a 15. E proprio grazie alla scultura di una artista (o meglio di una scoperta a riguardo), il Borgo Museo è stato il primo (e forse è ancora l’unico) museo nel Comune di Pistoia ad aver aderito alla rete Uffizi Diffusi: durante la ricerca per la schedatura, si è scoperto che il Gabinetto dei Disegni e delle Stampe delle Gallerie degli Uffizi conserva il disegno preparatorio de L'Unione di Diana Baylon realizzata per il Museo all'aperto di Castagno nel 1977. Questo il motivo della visita del Direttore Eike Schmidt in occasione del Borgo Museo Festival 2021.

In soli tre anni e con una pandemia nel mezzo, questo borgo dimenticato è diventato amato in Italia e all’estero. Non è solo un caso se: nell’ultimo anno sono stati venduti almeno tre immobili in paese, di cui due con importanti dimensioni, presto appartamenti da abitare o affittare; alla mail arrivano richieste di chi cerca alloggio per trascorrerci la prossima estate oppure consigli su cosa visitare nei dintorni durante il soggiorno già fissato per Capodanno; l’Assessorato al Turismo auspica l’apertura di un bar/ristorante; a ottobre 2021, il Comune di Pistoia ha partecipato a Buy Tuscany, l’evento organizzato da Regione Toscana e Toscana Promozione Turistica, proponendo tra le esperienze del proprio territorio anche il Borgo Museo e ottenendo l’interesse di almeno una decina di buyers da tutto il mondo. [Bene MA che il turismo sia lento, in armonia con l’ambiente e la comunità abitante. E che il valore collettivo di un bene comune non finisca ai privati.]

Non è forse solo un caso se da quest’anno 2022, ovvero dalla XIII edizione, i Dialoghi sull’Uomo si chiameranno Dialoghi di Pistoia: nel 2019 e 2021, il Borgo Museo Festival ha promosso i Dialoghi sulla Donna proprio in risposta ai Dialoghi cittadini, invitando professioniste di vari ambiti (dall’antropologia alla sociolinguistica, dall’arte alla narrazione, dalla giurisprudenza alla demografia, dalla biologia alla filosofia, etc…) a confrontarsi col pubblico su temi fondamentali per la costruzione di una società più femminista intersezionale, dunque più giusta, accogliente e inclusiva, in cui le differenze possano convivere in pace. “Piccole semine che poi germogliano rigorose in tutto il territorio. Grazie, Carolina” – ha commentato in merito una cittadina, ringraziando per il lavoro culturale di CCT-SeeCity al Borgo Museo.

Ma che valore ha il lavoro culturale? Come racconta perfettamente Mi Riconosci? nel libro già citato, il lavoro nel patrimonio culturale italiano non è riconosciuto. In Italia, per la società e per la politica, non è una cosa seria. Infatti, la gestione dei beni culturali si basa su sfruttamento e volontariato. Serve un cambiamento radicale. Serve riconoscere il valore sociale ed economico del lavoro culturale. Prima dei “grandi attrattori culturali” tanto cari a PNRR e MiC, serve investire su risorse umane competenti per valorizzare cultura e territorio, creare comunità e cittadinanza. Chiunque abbia il dovere e privilegio di decidere, scelga di valorizzare il lavoro professionale che si prende cura del nostro patrimonio culturale ovvero del bene e benessere comune.

“Il patrimonio culturale è il luogo dei diritti fondamentali della persona, uno spazio che non può piegarsi alla logica del profitto, perché deve servire i cittadini.” - Mi Riconosci?

“Il patrimonio culturale è la parte più pregiata dello spazio pubblico, cioè dello spazio dove non si è né sudditi, né clienti, né consumatori, bensì cittadini.” - Tomaso Montanari

E per te, cos’è il patrimonio culturale?

Il Borgo Museo di Pistoia in un archivio digitale: è un dono di Castagno al Mondo!

A cosa serve un museo se non a custodire memoria e creare cultura ovvero comunità? A cosa serve la collezione di un museo se le sue opere non sono fruibili, studiate, conservate, raccontate, condivise, vissute? A cosa serve l’arte se non ad avvicinare e unire persone, storie, società, culture diverse? Con l’archivio digitale, Castagno di Piteccio - il Borgo Museo di Pistoia mette a disposizione di chiunque e ovunque la sua collezione (che oggi conta ben 66 opere d’arte), con il desiderio di creare attorno a sé una comunità glocale ancora più ampia e partecipe, e la consapevolezza di lasciare uno strumento prezioso a chi in futuro vorrà continuare a prendersi cura di questo Museo all’aperto (fondato nel 1975 da Tommaso Paloscia) e diffuso, che oggi è un po’ più di tuttə!

Nel 2019, la Pro Loco ha iniziato un percorso di rigenerazione a base culturale del territorio a cura di CCT-SeeCity (guidezine: www.cct-seecity.com | studio: www.cct.world). In questi tre anni, tanti piccoli passi sono stati fatti, dal Libro Guida al Festival… Ultimo il progetto “Le opere, gli artisti e le artiste - o meglio, lə artistə - del Borgo Museo di Pistoia” che valorizza e condivide la collezione attraverso linguaggi e strumenti contemporanei (come i QR codes presenti sulle nuove targhette) creando un archivio digitale sul sito www.castagnodipiteccio.it e quindi una maggiore accessibilità alla fruizione del bene culturale Borgo Museo, esperienza che può avvenire prima-durante-dopo la visita, anche a distanza! Alla base, un lavoro collettivo di schedatura, quindi ricerca e scrittura per ogni singola opera, che ha portato a scoprire molti fatti importanti, tra i quali anche il legame esistente tra Borgo Museo e Gallerie degli Uffizi, scoperta dalla quale è nata l’idea di aderire alla rete Uffizi Diffusi.

Quest’ultimo progetto - ideato e curato da CCT-SeeCity e realizzato con il contributo della Pro Loco di Castagno, del Comune di Pistoia e della Fondazione Caript nell’ambito del bando Per la cultura #iorestoattivo 2020 - è un dono di Castagno al Mondo! Il CdP staff ci tiene a ricordare che sono però le persone a fare i luoghi, e quindi, nella pagina web che introduce all’archivio, si legge: "adesso che sei qui, naviga quanto vuoi sul sito, poi però prendi un treno, scendi a Castagno Stazione Climatica M. 500 s.l.m. (come recita il vecchio cartello) e vieni a vagare tra arte e natura, lə Castagnolə ti aspettano."


BREVE NOTA sullo schwa: nel testo introduttivo che presenta l’archivio digitale, abbiamo scelto di usare lo schwa (scrivendo ad esempio “lə artistə”) perché il Borgo Museo è un nuovo centro culturale, un luogo dove, per arte e per natura, si sperimenta; un luogo aperto, dinamico, creativo, contemporaneo, dove si crea cultura e comunità; un luogo che intende essere accogliente e inclusivo, o meglio, un luogo dove le differenze convivono. Per approfondire, consigliamo la “Brevissima storia dello schwa” raccontata dalla sociolinguista Vera Gheno (nostra ospite al Borgo Museo Festival 2021) in un video TEDx Talks che trovate a questo link: https://youtu.be/UCx9t2OLOSY.


Video: Patrizio Piscitelli. Foto: Francesco Poli.

In video e in foto: Elena, Erika e Baylor a giro per il Borgo Museo!


Con cura, CdP staff

www.castagnodipiteccio.it

@castagnopit #BorgoMuseo


Le nuove opere d'arte nel Borgo Museo di Pistoia, 2021 - Foto & Video

A due anni di distanza dalla prima Residenza d’Artista, quest’estate 2021 Castagno di Piteccio ha nuovamente ospitato sei artistə internazionalə, selezionatə dal Comitato Scientifico del Borgo Museo su oltre 110 candidature raccolte da tutto il mondo attraverso la CALL for Artists.

LE FOTO

Abbiamo inaugurato le loro opere il 18 e 19 settembre, con due giornate di percorsi lenti tra arte e natura che vi abbiamo già raccontato in una bellissima fotogallery a cura di Rachele Salvioli pubblicata sul sito all’interno dell’articolo intitolato “Castagno di Piteccio, da museo all'aperto a museo diffuso!”.

Clicca qui per sfogliare la fotogallery completa

IL VIDEO

Qui di seguito invece ricordiamo l’inaugurazione e quindi l’evento conclusivo della Residenza d’Artista 2021 con 2 minuti e 45 secondi di video realizzato dal nostro Patrizio Piscitelli, una breve sintesi con la quale ci auguriamo di incuriosirvi e invitarvi tuttə a venire, tornare, ritornare a visitare il Borgo Museo di Pistoia!

LE SCHEDE

Intanto, sempre online, potete fare la conoscenza di Bianca Lugmayr (Austria), Christina Gschwantner (Austria), Davide Tagliabue (Italia), Nina Urlichs (Germania), Victoria DeBlassie & Connor Maley (Stati Uniti d’America) leggendo sul nostro sito le schede in cui per ogni artista trovate una sintesi de La vita - La poetica - L’opera a Castagno:

(A questo proposito, vi anticipiamo che stiamo completando il lavoro di schedatura per tutte le opere del Borgo Museo, altro progetto che vi presenteremo prossimamente!)


IL PROGETTO

La Residenza d’Artista 2021 (alla seconda edizione e come la prima) è a cura di CCT-SeeCity per la Pro Loco di Castagno, realizzato con il contributo della Fondazione Caript nell’ambito del bando Per la cultura #iorestoattivo 2021 e patrocinato dal Comune di Pistoia

Per l’ospitalità e l’accoglienza, la disponibilità e la collaborazione, si ringraziano di cuore lə Castagnolə ovvero lə abitanti di Castagno! 

CdP staff

www.castagnodipiteccio.it 

Le artiste del Borgo Museo di Pistoia: ne parliamo con la scultrice Franca Frittelli. Partecipa!

Dal 1975 (anno della sua fondazione) al 2004, il Museo all'aperto di Castagno ha ereditato 42 opere d’arte. Dal 2005 al 2018, il museo è rimasto fermo. Nel 2019, è rinato grazie al progetto di rigenerazione a base culturale “Borgo Museo” (a cura di CCT-SeeCity per la Pro Loco di Castagno) ed oggi (dal settembre 2021) conta ben 66 opere d’arte. Alcune di queste si trovano “oltre le mura”: nel 2020 è stato infatti avviato un piano di diffusione del museo dal cuore del paese al paesaggio attorno, con l’intenzione di creare nuovi percorsi lenti tra arte e natura, come quello che porta a Casa Paloscia e alla piazzetta delle artiste donne o quello disegnato con la Residenza d’Artista 2021 che arriva alla Stazione di Castagno e al bosco…

E a proposito di artiste donne: da solo due artiste (Chiara Coda e Diana Baylon) presenti con le loro opere nel Museo all’aperto di Castagno (in quella che è stata nominata la via delle artiste donne), oggi ne contiamo almeno quindici!

Di questo aspetto in particolare ne parliamo giovedì 28 ottobre 2021 insieme alla scultrice e docente di storia dell’arte Franca Frittelli che - con l’associazione La Torre di cui è presidente presso il Parco delle Sculture La Giunca a Rosignano Marittimo (Livorno) in Toscana - si occupa di cultura di genere e arte al femminile curando vari eventi e progetti sul tema.

LE ARTISTE DEL BORGO MUSEO DI PISTOIA è l’argomento del prossimo incontro online organizzato da Franca Frittelli (presente a Castagno con la scultura Venere del 2000) insieme a Ilenia Vecchio (storica dell’arte) ed Elena Mazzoni Wagner (progettista culturale) del CdP staff. L’incontro è gratuito e aperto a tuttə, basta un clic (qui: https://us02web.zoom.us/j/85274583104).

Ricapitolando, ti invitiamo a questo incontro:

  • Argomento: Le artiste del Borgo Museo di Pistoia

  • Con: Franca Frittelli, Ilenia Vecchio, Elena Mazzoni Wagner

  • Quando: giovedì 28 ottobre 2021, dalle ore 17:45

  • Dove: online, su Zoom, al link https://us02web.zoom.us/j/85274583104

  • Passcode: 638983

Ti aspettiamo! CdP staff

Una recensione a sorpresa!

Qualche giorno fa, la redazione di CCT-SeeCity ha ricevuto una mail con oggetto “Castagno” e il seguente messaggio:

Salve, mi sono imbattuta per caso nella vostra "guida" di Castagno di Piteccio. Mi è piaciuto molto il progetto grafico e l'approccio originale. Mi sono fatta guidare nella lettura dalle storie che avete raccontato e ne è uscita una sorta di recensione, ve la invio. Complimenti, Maria Camilla

In allegato c’era quindi la spontanea e accurata recensione di Maria Camilla Pagnini che pubblichiamo sul nostro sito (qui di seguito) con vera gioia e gratitudine, per condividerla con tutti/e voi!

ATTENZIONE! Ne approfittiamo per ricordare che è sempre possibile ordinare una copia del Libro Guida “Castagno di Piteccio - il borgo museo di Pistoia” inviando una mail a castagnodipiteccio@gmai.com.

GRAZIE di cuore Maria Camilla e buona lettura a tutti/e! CdP staff


Castagno di Piteccio. Il borgo museo di Pistoia

Erika Mazzoni Wagner
F.to 18x 13 cm, ill. pp. 155 con quattro mappe piegate, CCT-SeeCity Guidebook, 2019

La scelta di comunicare l'essenza di un borgo di montagna, quale Castagno di Piteccio, stazione climatica sita a 500m sul livello del mare, come ricorda l'immagine di chiusura del volume, è una scelta coraggiosa. Lo scopo dichiarato del lavoro è quello di costruire uno storytelling che vada oltre la narrazione, alla ricerca di risorse naturalistiche, culturali e ambientali da connettere per “creare una trama nuova (...) una rete interconnessa di segni e storie” di un piccolo paese che ha come dimensione caratteristica quella del silenzio. Nella prefazione (pp. 9-11) l'autrice propone il volume come una “mediazione creativa” capace di rivelare il borgo-museo; non si tratta quindi di una guida turistica in senso tradizionale, si propone già nel formato, che ricorda quello medium della moleskine come supporto personale di un ipotetico visitatore che lo porti in tasca, camminando tra le stradine lastricate del paese, in cerca di stati d'animo.

Superata brillantemente la dimensione erudita che molto spesso è il fine di questo tipo di pubblicazioni, Erika Mazzoni Wagner stabilisce i capisaldi della storia urbanistica (pp. 13-70) del paese di Castagno le cui case sono state arricchite nel tempo da opere d'arte affidate a molti artisti tra cui Antonio Bueno, Fabio de Poli, Jorio Vivarelli, per farsi guidare anche attraverso i percorsi storici verso i luoghi notevoli attorno ai quali si è addensata la storia del Borgo: il castello, la chiesa, le abitazioni dei carbonai e dei taglialegna e il tratto della ferrovia costruita nel XIX secolo per attraversare l'Appennino e unire Pistoia a Bologna.

Il contrappunto di questo racconto sono mappe, fotografie, grafici e citazioni tratte da narrazioni storiche che l'autrice ha selezionato anche per il loro sapore di testimonianza facendole assurgere al ruolo di illustrazioni grazie anche al progetto grafico che ne fa delle icone. La costruzione della stazione ferroviaria del Castagno (1960) e l'istituzione del “Premio Castagno nazionale di pittura” (1971) sono due momenti descritti come fondanti nella storia recente del Borgo. Le tappe del Premio e le opere realizzate dagli artisti in vari luoghi del paese (12 affreschi e 30 sculture) sono ripercorse nella loro scansione temporale e contrappuntate da una rassegna stampa che assume essa stessa valore grafico.

La lettura del territorio e della popolazione, unita alle istanze di valorizzazione e promozione del Borgo sono articolate in quattro percorsi tematici e costituiscono la sostanza delle mappe a corredo della pubblicazione. Arte, natura, archeologia industriale, vicinanza con il centro di Pistoia sono i focus scelti per “orientare l'identificazione (del visitatore), per riuscire a stabilire una relazione con l'ambiente circostante”. La seconda parte del volumetto è costituita dall'Atlante (pp. 108-128) e dalle note fotografiche, oltre quaranta immagini che compongono una cospicua parte del lavoro e sono utili all'interpretazione dell'architettura del paesaggio. Erika Mazzoni Wagner ha scelto di illustrare percorsi d'acqua o viabilità di sapore certamente non “caratteristico”, ha proposto immagini in rigoroso bianco e nero dando una personalissima lettura di manufatti ed edifici appartenenti ad epoche assai diverse che costituiscono un paese che è “diventato tela di artisti”.

M. Camilla Pagnini


Castagno di Piteccio, da museo all'aperto a museo diffuso!

Testo: Elena Mazzoni Wagner - Foto: Rachele Salvioli

Con le nuove opere della Residenza d’Artista 2021, il Museo all’aperto di Castagno, fondato nel 1975 da Tommaso Paloscia, ha confermato la volontà di divenire un museo anche diffuso creando percorsi d’arte che escono dal borgo e conducono fuori “le mura” del paese, verso Casa Paloscia o la Stazione, ad esempio, verso i sentieri nel bosco, in direzione dei paesi attorno: pietre dorate che diventano tracce di un altro cammino, tende di lino ricamate che segnano un passaggio diverso, storie incise su legno e foglie che si fanno poesia, alberi che raccontano la complessa relazione tra natura e umanità.

Realizzate da Bianca Lugmayr (Austria), Christina Gschwantner (Austria), Davide Tagliabue (Italia), Nina Urlichs (Germania), Victoria DeBlassie & Connor Maley (Stati Uniti d’America) e inaugurate il 18/19 settembre 2021 - VEDI gallery fotografica a cura della nostra Rachele Salvioli qui di seguito - con due giornate di visite guidate insieme agli artisti e alle artiste, adesso - come tutte le altre opere del Borgo Museo di Pistoia - sono sempre qui per voi: per accogliere, sorprendere, far sostare e riflettere chiunque abbia il desiderio di vagare tra arte e natura e quindi di venire a Castagno di Piteccio - il Borgo Museo di Pistoia che oggi ospita una collezione di ben 66 opere d’arte! Cercarle può essere un gioco, trovarle una rivelazione, osservarle e percepire il loro dialogo con il territorio, un’emozione più unica che rara.

Il progetto di Residenza d’Artista 2021 (alla seconda edizione e come la prima) è a cura di CCT-SeeCity per la Pro Loco di Castagno, realizzato con il contributo della Fondazione Caript nell’ambito del bando Per la cultura #iorestoattivo 2021 e patrocinato dal Comune di Pistoia

Per l’ospitalità e l’accoglienza, la disponibilità e la collaborazione, si ringraziano di cuore i/le Castagnoli/e ovvero gli/le abitanti di Castagno! 

CdP staff

www.castagnodipiteccio.it 

Inaugurazione delle nuove opere d'arte nel #BorgoMuseo di Pistoia!

Due giornate di percorsi lenti tra arte e natura al Borgo Museo di Pistoia, sabato 18 e domenica 19 settembre, per inaugurare insieme agli artisti e alle artiste in residenza le nuove opere realizzate a Castagno di Piteccio quest’estate.

E così il Museo all’aperto fondato nel 1975 da Tommaso Paloscia - che di recente ha fatto innamorare pure il Direttore degli Uffizi Eike Schmidt (in visita durante il Borgo Museo Festival 2021 per il sopralluogo dovuto al progetto Uffizi Diffusi) - continua ad arricchire la sua collezione ed impreziosire il territorio attraverso un lavoro di progettazione e rigenerazione a base culturale avviato da CCT-SeeCity nel 2019.

Durante la seconda “Call for Artists”, nel 2020 sono state raccolte oltre 110 candidature da tutto il mondo e dopo un’attenta valutazione il Comitato Scientifico del Borgo Museo ha selezionato 6 candidati/e per la Residenza d’Artista 2021 che si conclude con l’evento di questo fine settimana.

Ed ecco gli artisti e le artiste della Residenza 2021:

Con le loro nuove opere, il Museo all’aperto di Castagno conferma la volontà di divenire un museo anche diffuso creando percorsi d’arte che escono dal borgo e conducono fuori “le mura” del paese, verso Casa Paloscia o la Stazione, ad esempio, verso i sentieri nel bosco, in direzione dei paesi attorno: pietre dorate che diventano tracce di un altro cammino, tende di lino ricamate che segnano un passaggio diverso, storie incise su legno e foglie che si fanno poesia, alberi che raccontano la complessa relazione tra natura e umanità.

Il progetto di Residenza d’Artista 2021 (alla seconda edizione e come la prima) è a cura di CCT-SeeCity per la Pro Loco di Castagno, realizzato con il contributo della Fondazione Caript nell’ambito del bando Per la cultura #iorestoattivo 2021 e patrocinato dal Comune di Pistoia.

Per l’ospitalità e l’accoglienza, la disponibilità e la collaborazione, si ringraziano di cuore i/le Castagnoli/e ovvero gli/le abitanti di Castagno!

Residenza d'Artista 2021 - inaugurazione nuove opere - FB.jpg

Qui il programma delle due giornate d’inaugurazione (che trovate anche alla pagina dell’evento):

Sabato 18 Settembre 2021

dalle 17.00 alle 21.00

  • 17.00 - Visita guidata alle nuove opere del Borgo Museo insieme a l* artist* in residenza. Ritrovo alla Pro Loco. Consiglio: scarpe comode! Libera donazione.

  • 19.00 - Apericena lento: drink e tapas alla castagnola nel Giardino degli Ulivi, Pro Loco. 15 euro.

Domenica 19 Settembre 2021

dalle 13.00 alle 22.00

  • 13.00 - Tortellata! Menù: tortelli alla castagnola + acqua + vino + dolcetto e caffè. 15 euro.

  • 15.30 - Visita guidata alle nuove opere del Borgo Museo insieme a l* artist* in residenza. A cura di OltrePistoia. Ritrovo alla Pro Loco. Consiglio: scarpe comode! Libera donazione.

  • 18.00 - Presentazione del Libro ‘Oltre la grande bellezza. Il lavoro nel patrimonio culturale italiano’ di Mi Riconosci? presso la Pro Loco. Ingresso libero.

  • 19.30 - Apericena lento: drink e tapas alla castagnola nel Giardino degli Ulivi, Pro Loco. 15 euro.

  • 21.00 - Visita guidata al Borgo Museo, a lume di lanterna! Con le lanternine fatte a mano da Il Castagno Vecchio. Libera donazione.

Presso la Pro Loco, ancora visitabile ‘Sisino, il Maigret delle tele’ ovvero la mostra biografica su Tommaso Paloscia, fondatore del Museo all’aperto di Castagno. A cura di Ilenia Vecchio, in collaborazione con Simonetta Paloscia. Ingresso libero.

Per info e prenotazioni:

  • castagnodipiteccio@gmail.com

  • +39 334 2580342 (Pro Loco)

  • +39 366 9777735 (Borgo Museo)

  • Evento: BorgoMuseoNuoveOpere2021

  • www.castagnodipiteccio.it

Vi aspettiamo! CdP staff

Residenza d'Artista 2021

🎨 “Che UTOPIA! - ci han detto. - Anche con questa pandemia nel mezzo, volete invitare artistə da tutto il mondo a Castagno? Ahahah” …Intanto noi non abbiamo mai smesso di sognare e lavorare, progettare e creare, e adesso siam qui a presentarvi la Residenza d’Artista 2021!

💚 ATTRAVERSO LA ”CALL FOR ARTISTS”, NEL 2020 ABBIAMO RACCOLTO OLTRE 110 CANDIDATURE DA TUTTO IL MONDO e vogliamo ancora una volta ringraziare di cuore tuttə lə partecipantə! La difficile selezione è avvenuta grazie al Comitato Scientifico del Borgo Museo composto da: Angela Palandri, consulente museale, abitante castagnola; Carmen Schipilliti, curatrice d’arte e gallerista presso Post Industrial Atelier a Pistoia; Ilenia Vecchio, storica dell’arte e operatrice museale (CdP staff); Lucrezia Giordano, storica dell’arte, castagnola; Sarah Manca, restauratrice, abitante castagnola.

🌿 ED ECCO LƏ ARTISTƏ SELEZIONATƏ CHE HANNO CONFERMATO LA PARTECIPAZIONE (alcunə già arrivatə, altrə in arrivo):

🌳 La Residenza d’Artista 2021 ha luogo a Castagno di Piteccio. Le nuove opere del #BorgoMuseo di Pistoia saranno inaugurate nelle due giornate di Sabato 18 e Domenica 19 Settembre con varie attività… Presto annunceremo il programma, intanto segnate le date in agenda!

🌈 Questo progetto (alla seconda edizione) è a cura di CCT-SeeCity per la Pro Loco di #Castagno, realizzato con il contributo della Fondazione Caript nell’ambito del bando Per la cultura #iorestoattivo 2021 e patrocinato dal Comune di Pistoia. Per l’ospitalità e l’accoglienza, la disponibilità e la collaborazione, si ringraziano lə Castagnolə ovvero lə Abitantə di Castagno!

🌰 CdP staff

Residenza d'Artista 2021 - Borgo Museo di Pistoia.jpg

#MuseumWeek 2021

Affresco: “Giugno” di Quinto Martini - Foto: Riccardo Boccardi - Logo: #MuseumWeek

Affresco: “Giugno” di Quinto Martini - Foto: Riccardo Boccardi - Logo: #MuseumWeek

Questa settimana dal 7 al 13 Giugno state con noi su Facebook & Instagram! Perché, come ogni anno, partecipiamo alla #MuseumWeek - l’evento mondiale giunto alla 8° edizione che invita tutte le organizzazioni culturali, pubbliche e private, piccole e grandi, a raccontarsi e a conversare di arte e cultura sui social media…

Lo scorso anno 2020 a maggio, in pieno lockdown, abbiamo realizzato e condiviso molti contenuti multimediali con il coinvolgimento (a distanza) della classe IV D del Liceo Scientifico dell’Istituto Pacini di Pistoia (durante un progetto di alternanza scuola-lavoro) e degli Abitanti di Castagno, raccontando il #BorgoMuseo da altri punti di vista, dallo sguardo di giovani studenti alle finestre dei Castagnoli!

Quest’anno invece dedichiamo la #MuseumWeek al #BorgoMuseoFestival 2021 che si svolgerà a Castagno di Piteccio (e oltre!) dal 24 al 27 giugno, svelando qualche anteprima, retroscena e curiosità del grande evento… seguite il nostro racconto social, scoprite di più sul programma del festival, iscrivetevi e partecipate!

Qui intanto i 7 temi - o meglio, hashtags - proposti dalla #MuseumWeek2021:

  • Lunedì 7 - #OnceUponAtimeMW // #CeraUnaVoltaMW

  • Martedì 8 - #BehindTheScenesMW // #DietroLeQuinteMW

  • Mercoledì 9 - #ChildrensEyesMW // #ConGliOcchiDeiBambiniMW

  • Giovedì 10 - #EurekaMW // #EurekaMW

  • Venerdì 11 - #CaptionThisMW // #DaiUnTitoloMW

  • Sabato 12 - #ArtIsEverywhereMW // #ArteOvunqueMW

  • Domenica 13 - #WordsForTheFutureMW // #ParolePerIlFuturoMW

Settimana che quest’anno celebra la Creatività: durante la pandemia di covid-19 e il conseguente lockdown, mentre i musei restavano chiusi, creativi e operatori culturali hanno attuato una vera e propria RESISTENZA CULTURALE continuando a creare e condividere arte grazie alla tecnologia unita all’immaginazione che, per fortuna, non ha limiti! Non a caso, la Creatività è anche uno dei 5 temi del Borgo Museo Festival 2021

Scopri di più: bit.ly/BorgoMuseoFestival2021 ;)

CdP staff

Castagno di Maggio 2021 - percorsi lenti tra giganti castagni secolari e tracce di archeologia industriale

Castagno di Piteccio, Pistoia - In programma, nelle domeniche di maggio, cinque passeggiate tra giganti castagni secolari e tracce di archeologia industriale. In collaborazione con CCT-SeeCity & Tuscany Hiking.

  • PASSEGGIATA _ Un percorso tra i boschi intorno a Castagno alla ricerca dei suoi giganteschi castagni secolari, raccogliendo nozioni di botanica e curiosità sulla natura, flora e fauna, che circonda il borgo. Inoltre, incontreremo tracce di una delle opere ingegneristiche più importanti dell’800: la Ferrovia Porrettana. La guida ci racconterà storia, tecnologia, curiosità di questa grande impresa.

  • ORARI _ Ore 9.00, ritrovo alla Stazione di Pistoia. Arrivo a Castagno e passeggiata nel bosco. Pranzo alla Pro Loco. Visita al Borgo Museo. Rientro a Pistoia col treno delle ore 15.53 (arrivo alle 16.14).

  • COSTO _ Iscrizione: 15 euro. Biglietti treno a/r: 5,20 euro.

  • PRANZO _ Pranzo alla Pro Loco su prenotazione con tre opzioni: 1) pranzo a tavola (se consentito dalle norme anti-covid): 15 euro; 2) cestino picnic: 10 euro; 3) cestino picnic: 8 euro. In alternativa, pranzo al sacco.

  • BORGO MUSEO _ Visita dopo pranzo con partenza alle ore 14.45 dalla Pro Loco: donazione libera.

  • OFFERTA SPECIALE _ Per i partecipanti, presso La Pro Loco, sarà possibile acquistare il Libro Guida “Castagno di Piteccio - il borgo museo di Pistoia” a soli 10 euro (invece di 15).

Caratteristiche del percorso:

  • Lunghezza percorso: 7 km.

  • Dislivello in salita: 300 m.

  • Tempo di percorrenza: 4 ore.

  • Adatto a tutti.

  • Età minima: 12 anni.

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Le date dei percorsi lenti ed entro quando iscriversi:

  1. Domenica 2 Maggio: iscrizione entro venerdì 23 Aprile

  2. Domenica 9 Maggio: iscrizione entro venerdì 30 Aprile

  3. Domenica 16 Maggio: iscrizione entro venerdì 7 Maggio

  4. Domenica 23 Maggio: iscrizione entro venerdì 14 Maggio

  5. Domenica 30 Maggio: iscrizione entro venerdì 21 Maggio

ISCRIZIONE obbligatoria e aperta ad un massimo di 15 persone per escursione. Per iscriversi è necessario inviare una mail a castagnodipiteccio@gmail.com con oggetto: Castagno di Maggio. Nella mail, indicare: nome e cognome, la data del percorso lento a cui si vuole partecipare, il numero dei partecipanti in caso di gruppo, e l’opzione pranzo preferita (1, 2, 3 o al sacco). Nella nostra risposta sarà comunicata la modalità di pagamento per confermare l’iscrizione.

NOTE IMPORTANTI - L’iscrizione dovrà avvenire entro almeno 10 giorni prima dalla data del percorso lento a cui si vuole partecipare. L’escursione sarà confermata con un minimo di 8 partecipanti. Nel caso in cui dovesse essere annullata per numero di iscritti insufficiente o causa maltempo o restrizioni di ragioni sanitarie (zona rossa) o per qualsiasi altro motivo che non dipende dal partecipante, la persona iscritta potrà decidere se partecipare ad un’altra data in programma oppure se essere rimborsata. COVID-19: si ricorda ai partecipanti che dovranno essere rispettare le distanze di sicurezza e l’obbligo di indossare la mascherina.

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PER INFO ED ISCRIZIONI:

Il fumettista di Castagno, Riccardo Innocenti, firma la nuova avventura di The Professor

Eh sì, a Castagno ne accadono davvero tante di cose belle e colorate!

Stavolta festeggiamo l’uscita del nuovo libro a fumetti firmato da Riccardo Innocenti, abitante castagnolo e tra gli artisti della cosiddetta “Rive Gauche” del Borgo Museo.

Riccardo Innocenti & The Professor - Nistarim nel suo studio a Castagno di Piteccio, marzo 2021. Foto di Michela Pomposi

Riccardo Innocenti & The Professor - Nistarim nel suo studio a Castagno di Piteccio, marzo 2021. Foto di Michela Pomposi

Il libro sarà presentato anche a Castagno di Piteccio - OVVIAMENTE! - in occasione del Borgo Museo Festival 2021 (24-27 giugno), presso la casa del suo autore o meglio presso il Nido Gaucho: lo spazio aperto della letteratura disegnata!


Qui intanto una breve introduzione e qualche link…

The Professor ovvero Benjamin Lowe - personaggio creato da Andrea Corbetta e portato avanti prima in una miniserie di 6 numeri (più il numero zero) in formato pocket da edicola (tra 2016 e 2017) - è appena tornato con Nistarim, una nuova avventura raccontata in 500 vignette raccolte in 48 pagine di mistero, azione, erudizione e romance… in grande formato!

“Ai disegni - si legge in un’attenta recensione (di Paolo M.G. Maino) - Riccardo Innocenti che dopo la già bella prova del numero 3 (Follia) della prima serie, mostra di essere un artista di caratura internazionale”.

Che altro dire… complimenti Riccardo, non vediamo l’ora di leggere! CdP staff

Appennino senza confini: racconta la tua storia e vieni a Castagno!

Appennino senza confini tra cultura e territorio è un progetto di CCT-SeeCity che nasce in collaborazione con il Corso di Studio PROGESA (Progettazione e Gestione degli Ecosistemi agro-territoriali, forestali e del paesaggio) dell’Università di Bologna insieme alla Scuola AL.FO.N.S.A. (ALta FOrmazione e innovazioNe per lo Sviluppo sostenibile dell’Appennino) promossa da UNIAPPENNINO (Università per l’Appennino) e ad ANA (Accademia Nazionale di Agricoltura).

Perché ve ne parliamo? Innanzitutto perché Castagno di Piteccio è Appennino! E poi perché il Borgo Museo è coinvolto nel progetto fin dal principio. Come? Ve lo raccontiamo qui.

Il progetto in breve e gli eventi in calendario

APPENNINO SENZA CONFINI TRA CULTURA E TERRITORIO vuole essere un momento di confronto e di studio su alcune tematiche cardine per il rilancio dell’economia delle aree appenniniche: il ruolo della castanicoltura come caposaldo del recupero delle terre, della coltura e dei territori abbandonati dell’Appennino; la possibilità di sviluppo di esperienze soprattutto giovanili. In agenda quindi un percorso formativo fatto di incontri online e offline, da marzo a giugno 2021: 

  • 11 Marzo 2021: Il ruolo della castanicoltura per la conservazione del paesaggio per una economia di filiera | seminario online

  • 15 Aprile 2021: Storie di resilienza per un ritorno alle aree interne | seminario online legato allo sviluppo socioeconomico e culturale della montagna

  • 15 Maggio 2021: Laboratorio didattico a Granaglione | giornata dimostrativa in campo sulla castanicoltura

  • 24 e 25 Giugno 2021: Il cammino del castagno: da Granaglione a Castagno di Piteccio | attività didattiche itineranti con partenza dal Parco didattico sperimentale della Castagna; durante il cammino la lettura del paesaggio: ecologia forestale, suoli e storia dei territori; arrivo al Borgo Museo Festival (24-27 giugno 2021).

Le vostre storie

E adesso veniamo a voi. Appennino senza confini vuole essere anche un raccoglistorie di qualsiasi argomento purché il racconto abbia a che fare con il paesaggio naturale, culturale e umano della nostra spina dorsale. Ecco allora che CCT apre sulla sua web guidezine [www.cct-seecity.com] uno spazio dedicato alla narrazione collettiva dell’Appennino; un contenitore di storie raccontate da chi vive, frequenta, conosce, ama questo territorio. Ispirandosi al libro Civiltà Appennino, CCT vuole cambiare prospettiva provando ad osservare e raccontare l’Italia in verticale.

Ti va di partecipare? Qui - http://bit.ly/AppenninoSenzaConfini_RaccontaLaTuaStoria - trovi il form per inviare la tua storia che sarà pubblicata sulla web guidezine www.cct-seecity.com entro una settimana dall’invio, in un post/articolo che sarà poi condiviso sui social media (in particolare Facebook & Instagram) con l’hashtag #AppenninoSenzaConfini. E poi…

Borgo Museo Festival!

Questo spazio virtuale per la condivisione di storie da/su/per l’Appennino rimarrà sempre aperto e vuole essere un motivo continuo di incontro. Sicuramente, oltre ai seminari e laboratori già in programma e sopra citati, lo sarà anche all’interno del Borgo Museo Festival 2021 a Castagno di Piteccio (Pistoia, Toscana) dal 24 al 27 giugno.

Premio Appennino senza confini 2021

Attenzione! Chi invierà la propria storia entro il 10 maggio 2021, avrà la possibilità di essere selezionato/a dal CCTeam & Partners del progetto e quindi invitato/a come ospite a Castagno di Piteccio (Pistoia, Toscana) in occasione del Borgo Museo Festival 2021 (24-27 giugno). Saranno selezionati/e almeno tre autori/autrici ed il premio includerà: alloggio per quattro giorni (tre notti) e partecipazione gratuita a tutte le attività del Festival. Chi vorrà, potrà scegliere di partecipare (sempre gratuitamente) anche all’esperienza Il cammino del castagno: da Granaglione a Castagno di Piteccio (24-25 giugno) attraversando in due giorni a piedi, e una notte a Pracchia, in compagnia di una guida ambientale esperta, una bellissima tratta dell’Appenino tosco-emiliano.

Dai dai, inviate le vostre storie che noi vi aspettiamo a Castagno! CdP staff

Su e Giù per le “stanze” del Castagno - piccola guida emozionale

“SA’ ‘I CHE’?! c’è proprio bello qui al CASTAGNO” - si legge in una pagina di questa piccola guida emozionale che Cristina Rocchetta ha pubblicato nel 2008 e che oggi condivide qui, con tutte le persone che amano questo minuscolo immenso territorio.

Castagno di Piteccio ovvero “Il Castagno”, l’antico borgo arroccato su una dorsale della valle dell’Ombrone che prende il nome dai verdi castagni secolari che lo circondano, è lo scrigno che racchiuderà per sempre con dolci ricordi d’infanzia, parte di me.

Un libro realizzato frugando tra i ricordi di quando era bambina, poi ragazza, poi donna; un racconto fatto di sensazioni, dedicato ai suoi nonni e ai suoi genitori, e agli abitanti del Castagno “presenti e passati, che hanno saputo custodire l’anima di questi luoghi.” Sessanta pagine di pensieri e immagini che rievocano poetiche suggestioni che momenti trascorsi al Castagno - rifugio delle sue estati d’infanzia e adolescenza - hanno impresso nella memoria dell’autrice.

...ricordo il nascondino dietro i muri del Castagno, guardando le nuvole nel cielo, unico indizio del giorno che passava.

Un viaggio intimo che può essere quello di tutti/e, una storia che ci fa camminare per il borgo, su e giù, tra luoghi che sono stanze di ricordi mappate in una vera e propria piantina, stanze descritte con leggerezza e intensità insieme, con parole a volte in corsivo in quanto termini o espressioni della parlata locale, della montagna pistoiese. Le fotografie, alcune a colori, altre in bianco e nero, e i disegni, acquerelli o schizzi a china, illustrano stati dell’anima: in chi legge, possono svegliare emozioni e provocare nostalgia ma anche accendere nuovi desideri e avvicinare ad un mondo così, così come Castagno sa essere.

Un viaggio nella memoria più segreta, alla ricerca di un rapporto con le cose del mondo, fin dentro al silenzio dell’acqua, sino a fondere l’anima con il pensiero.


Qui per voi, da parte di Cristina, la sua piccola guida emozionale su Castagno, gratuitamente scaricabile (in formato pdf) con un semplice clic:

Buona lettura, o meglio, buon viaggio! CdP staff

Nota - Nella foto di copertina: scorcio di Castagno, acquerello di Cristina Rocchetta. Testi, foto ed impaginazione grafica di Cristina Rocchetta, finito di stampare nel luglio 2008


Cristina Rocchetta nasce a Bologna, laureata in architettura a Firenze, vive da qualche anno a Cesenatico. È autrice di varie pubblicazioni come La Certosa di Bologna, immortalità della memoria - Editrice Compositori (1998), coautrice di testi e fotografie in La Certosa di Bologna - Editrice Compositori (2001) e autrice di Ziznàtich ad cióta e ad cióra - Cesenatico (2006). Nel 2008 ha raccontato Castagno di Piteccio in una piccola guida emozionale: Su e Giù per le “stanze” del Castagno, da oggi gratuitamente scaricabile in formato pdf su www.castagnodipiteccio.it

Un paese per tornare la sera


Un paese per tornare la sera - La mostra di Pieralberto Luzzana al Borgo Museo di Pistoia

Una mostra a Castagno dedicata a Castagno, tenutasi dal 18 al 25 ottobre 2020 presso gli spazi della Pro Loco. Una serie di dipinti che l’artista Pieralberto Luzzana, castagnolo da qualche anno, ha realizzato negli ultimi tempi traendo ispirazione dal paese in cui ha scelto di abitare.

La mostra, ospitata dalla Pro Loco, è stata visitabile da domenica 18 (vernissage) e domenica 25 (finissage) ottobre in occasione delle Giornate FAI d'Autunno 2020. Per chi se la fosse persa e chi se la volesse rivedere, eccola qui (sopra) in una foto gallery a cura della nostra Rachele Salvioli; così potremo sempre tornare a vagare per i vicoli e le piazzette di Castagno attraverso queste pennellate! CdP staff

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Chi è Pieralberto Luzzana? Prima di farvi leggere la sua biografia, ve lo raccontiamo con le parole del suo vicino di casa, e amico, il fumettista Riccardo Innocenti.

Una curiosità: i due, insieme al pittore Luciano Gelli, sono i tre artisti della Rive Gauche di Castagno (che vi avevamo presentato nel post Gli artisti della “Rive Gauche”).

Non è da tutti poter ammirare il muro della propria casa ritratto più e più volte, e poter scorgere, tra le pennellate, talvolta demonietti e vecchi mercanti che sembrano usciti dalla mente di Bruegel o Bosch, talvolta volti di donna o seducenti fate nude. Io ho questa fortuna da quando Pieralberto Luzzana ha deciso di venire a vivere nella casa di fronte alla mia, in quella che in paese era nota come “Casa delle Fate”.

Pieralberto Luzzana, pittore castagnolo, e già qui si potrebbe discutere… Certo sentendolo parlare, non si può non notare il suo accento, chiaramente orobico, che il lungo periodo vissuto a Novara non ha minimamente scalfito (e mi auguro resista anche alle contaminazioni toscane!) il quale rivela i suoi natali e la sua formazione, personale e culturale. Eppure Pieralberto è più Castagnolo di tutti noi, che qui ci siamo nati o, come me, ci siamo venuti a vivere, per scelta certo, ma partendo da non troppo lontano. Lui ha posto una distanza molto più ampia, fra il suo vivere quotidiano e suoi affetti, siano essi di sangue o di amicizia, quindi il suo sforzo è stato più deciso rispetto al nostro. Certo non ha fatto centinaia di chilometri per venire a vivere a Castagno! Chi l’ha mosso è stato l’Amore (che come si sa, “move il Sole e l’altre stelle”) per Sarah, quindi qualcuno potrà obiettare che poi non è stato uno sforzo così immane venire ad abitare in collina, ma anzi una scelta quasi irrinunciabile. Ma il punto non è questo, semmai ci interessa il fatto che lui e Sarah abbiano deciso di venire a vivere in questo borgo sperduto e quasi disabitato, e che nella terra Pieralberto abbia affondato le mani per piantare radici, aspettando quasi due anni per riprendere in mano pennelli e tavolozza. Due anni nei quali ha annusato l’aria, cercato di capire la gente, osservato i movimenti dei gatti, ma soprattutto del Sole sul muro di casa mia, che nel frattempo è stato rintonacato e dipinto di un verde veneziano il quale ha stimolato la sua fantasia a immaginare esserini invisibili rincorrere i camini che apparivano e sparivano seguendo il ciclo del Sole. Quando ha sentito il radicamento ben saldo ha cominciato a produrre prolificamente scorci di Castagno, quasi che questa nuova vita coincidesse con una nuova fase della sua pittura, perlomeno nei soggetti, con la riscoperta tra l’altro della pittura paesaggistica. In realtà non c’è una linea di demarcazione così netta, tant’è che Pieralberto spesso usa vecchi ritratti, sui quali raffigura dei paesaggi, fondendo le immagini e al tempo stesso il Pieralberto Castagnolo con quello precedente, stabilendo una continuità.

Le opere che possiamo ammirare oggi quindi non rappresentano un taglio col passato ma piuttosto una sua evoluzione, la tappa di un percorso iniziato da giovane apprendista presso lo zio pittore nel Bergamasco e continuato in tutti i suoi spostamenti, ricchi di suggestioni certo, ma che non lo hanno mai cambiato o plasmato in modo irreversibile, ma anzi gli hanno fornito un orizzonte narrativo più ampio. Questa mostra ospita anche alcune tavole a fumetti inedite realizzate in gioventù da Pieralberto. Quale occasione migliore per presentare un lavoro che si intitola “Un paese per tornare la sera” e che da il nome a questa mostra (non sto a dire quanto da autore di fumetti, questa cosa mi inorgoglisca!)? Pieralberto trae ispirazione anche dalla nona arte, una narrativa del tutto diversa dalla pittura che permette di raccontare storie in modo del tutto diverso. Non vorrei dilungarmi molto sui quadri presenti in questa mostra, perché rischierei di influenzare quello che è il percorso esplorativo del visitatore, in quanto ritengo la pittura di Pieralberto ricca di suggestioni che prima di parlare agli occhi, parlano alla mente e all’ anima, o a quel terzo occhio che ci permette di vedere o immaginare quella realtà nascosta alle tre dimensioni e la cui esistenza Pieralberto è bravissimo a suggerire. Non meravigliamoci quindi se scorgiamo in un’ombra, un animale inesistente relazionarsi con una donna invitante, o se dai tetti a noi familiari, appare il profilo di una gigantessa addormentata, lo stesso profilo che diventa spettro silvano che ci ammonisce oppure veglia su di noi. Commuoviamoci o sentiamoci rincuorati, nel vedere una fanciulla luminosa e piena di vita suonare il flauto, novella Hamelin, nel buio di fronte alla Chiesa, mentre una figura consumata dalla vita cerca di raggiungerla con le ultime forze di questo mondo.

È ora di cominciare il giro, da qualsiasi opera si scelga di farlo, avrà un senso compiuto, come quando un viaggiatore si abbandona nei vicoli di Castagno e trova sempre la strada per la chiesa o per la fontana. Spero di aver reso giustizia a questo artista e non solo per l’amicizia che mi lega a lui, ma veramente per l’incanto che provo nel guardare le sue opere, ben conscio del fatto che non mi perdonerà mai per aver fatto dipingere un murale sul muro di casa, togliendo quella campitura azzurra, per lui fonte di tante suggestioni!

Riccardo Innocenti, ottobre 2020


Borgo Museo Festival 2019 - Pieralberto Luzzana nel suo atelier a Castagno.jpg

Pieralberto Luzzana

Il pittore nel suo atelier a Castagno, in una fotografia dall’album “Borgo Museo Festival 2019”

PIERALBERTO LUZZANA nasce ad Alzano Lombardo (BG) il 21 settembre 1956. Viene trasportato nel mondo dell’arte dallo zio pittore Franco Luzzana, che riconoscendone le doti, lascerà in eredità al nipote un’impronta fondamentale dal punto di vista tecnico-artistico nell’ambito pittorico. Pieralberto si diploma presso il liceo artistico statale “Casorati di Novara”. Nel 1977 vince il primo premio alla quarta edizione del concorso di pittura della “Scuola delle Trasmissioni di Roma”; nel 1994 organizza la sua prima mostra personale a Vigevano (PV). Dopodiché partecipa a numerose mostre personali In tutto il nord Italia: Milano,Torino, Venezia, Bergamo, conseguendo il primo premio della critica alla “Mostra di pittura delle strutture Comunali” di Asti. Nel 1985 Pieralberto frequenta corsi di disegno e fumetto presso la scuola di grafica del Castello Sforzesco di Milano. A Pitigliano (GR), negli anni successivi frequenta corsi di modellazione e decorazione di ceramiche artistiche tenuti dal maestro Roberto Polidori. Nel 2004 partecipa, grazie al sostegno della Prefettura di Novara, alla realizzazione del progetto “Oblò-Cantieri d’arte”, laboratori d’arte, teatro e danza dedicato ai ragazzi dagli 11 ai 15 anni. Nel frattempo continuano ad essere numerose le sue mostre personali e nel 2010 vince il titolo di “Miglior pittore dell’anno” presso l’associazione culturale “La Riseria” di Novara. Nel 2017 l’Archivio d’arte Sgarbi inserisce nella raccolta “Gli artisti nella Collezione Sgarbi” due opere di Pieralberto Luzzana. L’artista, ad oggi, nel Paese di Castagno (PT), vive e prosegue il suo sentiero artistico senza tempo… | Facebook

Casa Paloscia e la nuova piazzetta delle artiste donne

Testo: Elena Mazzoni Wagner & Ilenia Vecchio - Foto: Rachele Salvioli

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Di recente la collezione d’arte del Borgo Museo di Pistoia si è arricchita e allargata con l’installazione di altre tre sculture firmate da tre artiste donne (una novità inaugurata in occasione delle Giornate FAI d’Autunno svoltesi a Castagno nelle date 18 e 25 Ottobre 2020, giornate bellissime che hanno visto TUTTO ESAURITO con 280 prenotazioni/presenze registrate dal FAI e molte altre persone venute in visita per conto proprio). Le tre sculture sono di Patrizia Pandolfini, Lea Monetti e Franca Frittelli, tre artiste toscane molto diverse tra loro e ancora attive. La particolare collocazione di queste tre opere, davanti Casa Paloscia, segna l’inizio del progetto di diffusione del Museo all’aperto, superando le “mura” del paese e tracciando un nuovo percorso che dalla Chiesetta arriva alla Vigna, in quella che è diventata la “piazzetta delle artiste donne” in dialogo con la “via delle artiste donne” che nel borgo accoglie invece dagli anni ‘70 le due sculture di Diana Baylon e Chiara Coda.

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La scelta di Simonetta Paloscia è chiara, dare spazio e voce alle artiste donne, purtroppo poco rappresentate dal primo nucleo del Borgo Museo: “[...] sia per ragioni storiche (nel senso che il numero di donne che lavora e lavorava, soprattutto all’epoca, nel settore artistico, era esiguo rispetto al numero dei collegi maschi) che forse anche per ragioni culturali legate proprio a mio padre (Tommaso Paloscia, fondatore del Museo all’aperto di Castagno) - che non potrei definire un maschilista ma nemmeno un femminista sfegatato, e prediligeva i rapporti con gli artisti uomini”. Da questa iniziativa, si è deciso di inserire nella collezione del Museo all’aperto tutte le altre opere che erano già presenti (alcune dagli anni ‘70) all’esterno di Casa Paloscia, lungo tutto il perimetro, sulle mura, e quindi sempre visibili da tutti. Ecco così che al nucleo delle 49 opere mappate fino a quest’estate, se ne sono aggiunte altre 10 per un totale attuale di 59 opere d’arte!

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Quindi un Borgo Museo più diffuso e femminista: questa la direzione che Castagno di Piteccio, il Borgo Museo di Pistoia, sembra voler prendere per il futuro. - Future is female!


Di seguito: una breve descrizione a cura della storica dell’arte Ilenia Vecchio sul nuovo percorso lento del Borgo Museo che include la visita a Casa Paloscia; poi la gallery con tutte le foto di Rachele Salvioli realizzate in occasione dell’inaugurazione durante le Giornate FAI d’Autunno 2020; e infine un’introduzione, sempre a cura di Ilenia Vecchio, sulle autrici delle tre sculture collocate all’ingresso di Casa Paloscia ovvero nella nuova piazzetta delle artiste donne.

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Un museo all’aperto e diffuso…

In occasione delle Giornate FAI d’Autunno 2020, abbiamo inaugurato un nuovo percorso lento tra arte e natura a Castagno di Piteccio, un percorso che dalla Chiesetta del borgo arriva alla Vigna dove si trova la Casa di Tommaso Paloscia, fondatore nel 1975 del Museo all’aperto di Castagno. Prima di giungere alla meta, incontriamo per strada una scultura immersa nel verde del bosco, proprio nel punto in cui Via Valle e Vigna curva verso le poche abitazioni. Lungo la strada alberata, una particolarissima paternità in rame: Amor filiale di Pietro Cioni, artista di Loro Ciuffenna (Arezzo) che fu presentato al critico d’arte Paloscia da Venturino Venturi (di cui nel Borgo Museo esiste una scultura proprio davanti la Chiesa). L’opera è stata di recente restaurata da Riccardo Bisconti (abitante castagnolo e socio della Pro Loco) e ricollocata qui, alla fontana dell’Alberuccio (dove si trova anche una galleria idraulica ottocentesca della Ferrovia Porrettana), invece che all’interno del paese, proprio con l’intento di iniziare a diffondere il Borgo Museo fuori dalle “mura”.

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Ed eccoci arrivare a Casa Paloscia, tra le poche abitazioni della Vigna. Eccoci nel famoso luogo di ristoro e villeggiatura per la famiglia Paloscia ma anche per tutte le persone, tra cui molti artisti e intellettuali che lo frequentavano assiduamente durante le domeniche e ferie estive. Come ricorda Simonetta (figlia di Tommaso) in una nostra intervista: “Ricordo con gioia i pranzi di tante persone (20-30) che la mamma (poverella!) organizzava alla Vigna (dove è casa nostra) in occasione delle vendemmie e delle ciliegiate. Dove c’erano amici sia miei che di mio padre e dove si stava in allegria a tavola dopo aver faticato a raccogliere uva o ciliegie (appunto) e non sempre col bel tempo. Dove ospiti immancabili erano Alfredo Fabbri (pittore pistoiese, autore di uno degli affreschi) e sua moglie Mary. In queste occasioni gli ospiti firmavano, e chi voleva faceva anche un disegno o scriveva un testo, una poesia, un quaderno a ricordo della bella giornata passata in compagnia”. Tutto attorno al perimetro della casa, opere e omaggi di artisti amici di Tommaso: l’affresco di Gino Terreni, tre bassorilievi in terracotta di Serafino Beconi, due mattonelle di Mihu Vulcanescu, la pietra antropomorfa di Franco Cilia, le ceramiche di Italo Bolano e Arnaldo Miniati, il bozzetto in gesso di Romano Lucacchini (l’originale si trova all’inizio della via maestra del Borgo Museo col titolo Luna piena) e la meridiana, un affresco di Giuseppe Gavazzi. Ma novità assoluta di questo percorso sono le tre sculture che Simonetta ha deciso di inaugurare in occasione delle scorse Giornate FAI (ottobre 2020), firmate da Patrizia Pandolfini, Lea Monetti e Franca Frittelli.


La nuova “piazzetta delle artiste donne”

Qui vi presentiamo…

Patrizia Pandolfini

Patrizia Pandolfini, allieva di Antonio Berti (autore di Mater Amabilis, altra scultura presente nel borgo), richiama il tema del maestro nei due Tabernacoli restaurati (presenti a inizio e fine del nuovo percorso), dove, come scrive proprio Tommaso Paloscia: “Il gesto [è] amorevole, le espressioni misurate e le forme puntualmente espresse senza la pignoleria della descrizione”. La forma e la figura sono i temi principali della sua ricerca, in particolare piccole donne di terracotta colte in varie pose: distese, sedute o su un fianco, proprio come la scultura esposta a Casa Paloscia. La terracotta, materiale prediletto dall'artista, è realizzata nell'antica fornace del Ferrone, nei pressi dell'Impruneta. | Pagina Facebook 

Franca Frittelli

Franca Frittelli ha il suo atelier in un bellissimo parco a Vada, nel comune di Rosignano. È attratta dalla figura umana e dal movimento del corpo umano. Lavora con diversi materiali: marmo, pietra, ceramica, bronzo e legno, per citarne solo alcuni. Nelle sue opere si percepisce un forte senso plastico e è evidente l'accentuazione della rotondità delle masse. Dice di lei Tommaso Paloscia: “ […] Si tratta di figure che all’interno hanno gli echi di una energia scatenante, quasi l'anima in eterna ribellione che la scultrice insinua nelle crete, nei gessi, nelle resine ma anche nei marmi e nel travertino: con una capacità espressiva apparentemente incolta e invece esperita nello studio delle tante discipline frequentate e di cui porta con sé  orme…”. In Venere del 2000 esposta a Casa Paloscia, la figura della donna è  in maniera espressionista volutamente deformata in una posa estrema e accentuata, deliberatamente irriconoscibile, perché, come riscontra la critica d'arte Antonella Serafini: “ […] in queste pose estreme si celebra una voluta “irriconoscibilità” della donna a costo di frantumare i canoni dell’armonia quando essa non si rivela essere altro che la sua prigione “. | www.francafrittellisculture.eu 

Lea Monetti

Lea Monetti all’opposto realizza la scultura in bronzo estremamente realistica, descrittiva e armonica di una ballerina. Non per nulla la Monetti viene dalla Scuola della Realtà di Pietro Annigoni. In lei si riscontra  l'importanza del disegno. La sua arte figurativa cerca di fermare e rappresentare la bellezza della natura, perché come afferma lei stessa: “Qualsiasi forma di distorsione della realtà la sento come violenza ed io non potrei mai fare, consapevolmente, violenza a nessuna cosa che esiste". | www.leamonetti.it

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Sì, il futuro è femmina! ;)

CdP staff

Anche il #BorgoMuseo di Pistoia partecipa alla #GiornataDelContemporaneo 2020!

La Giornata del Contemporaneo è il grande evento annuale, promosso da AMACI (Associazione dei Musei d’Arte Contemporanea Italiani) con il sostegno del MiBACT - Direzione Generale Creatività Contemporanea, che celebra l’arte contemporanea favorendo la partecipazione di più soggetti e realtà possibili per promuovere e far emergere con forza la rete del contemporaneo, nazionale e internazionale.

#GiornataDelContemporaneo 2020.png

SABATO 5 DICEMBRE 2020

La 16* edizione si svolge oggi, sabato 5 dicembre 2020, con una grande campagna di comunicazione: musei, fondazioni, istituzioni pubbliche e private, gallerie, studi e spazi d’artista sono invitati a partecipare ad una conversazione sull’arte contemporanea attraverso i social media (Facebook, Instagram, Twitter, etc.) pubblicando e condividendo contenuti digitali (preferibilmente inediti) con l’hashtag #giornatadelcontemporaneo.

#BorgoMuseo & #GiornataDelContemporaneo

Dunque: vi va di seguirci? Ecco il programma! Inizieremo con una visita speciale a Casa Paloscia, dove il critico d’arte Tommaso Paloscia (fondatore del Museo all’aperto di Castagno) amava trascorrere le sue vacanze insieme alla famiglia e ai tanti amici artisti che nel tempo hanno donato al borgo di Castagno le opere che dal 1975 lo rendono un museo a cielo aperto. Poi ci sposteremo alla mitica Pro Loco dove è stata allestita una mostra dedicata a Castagno (tenutasi lo scorso ottobre): una serie di dipinti che l’artista Pieralberto Luzzana, castagnolo da qualche anno, ha realizzato negli ultimi tempi traendo ispirazione dal paese in cui ha scelto di “tornare la sera”. E infine vi anticiperemo l’idea di una “scatola lenta” (#BorgoMuseoSlowBox) perché questo Natale possiate regalare Arte & Natura.

Per scoprire tutti gli aderenti alla manifestazione - come il nostro Borgo Museo - visitate il sito giornatadelcontemporaneo.org. Inoltre, dal 5 all'11 dicembre, sarà online un mosaico di 20 progetti digitali sviluppati da alcuni Musei AMACI sull'idea di pluralità e sul senso di comunità.

Buona #GiornataDelContemporaneo e restate con noi! CdP staff

Vero Novembre: fame di tonno, stelline e desideri che diventano realtà

Testo: Elena Mazzoni Wagner - Foto: Riccardo Boccardi, Rachele Salvioli, Elena Mazzoni Wagner, Archivio Luca Alinari, Archivio Tommaso Paloscia, Michela Pomposi e Sarah Manca

11. Novembre – Luca Alinari - 2020 - Vero Novembre.jpg

Il Borgo Museo ha vissuto il restauro di ben 4 opere d’arte negli ultimi due anni (2019-2020), ovvero da quando la Pro Loco Castagno ha iniziato un percorso (insieme a CCT-SeeCity e col contributo del Comune di Pistoia) per la rigenerazione del territorio a base culturale. Grazie ad una volontà condivisa ed interventi nati dal basso, sono tornate a splendere: i tre affreschi Settembre di Antonio Bueno (pulitura di Sarah Manca, abitante e restauratrice), Ottobre di Fabio De Poli (restauro dello stesso artista), Novembre di Luca Alinari (rifacimento di Sarah Manca) e la scultura Amor filiale di Pietro Cioni (restauro di Riccardo Bisconti, abitante e socio della Pro Loco).

Il desiderio comune di restaurare le opere d’arte del Museo all’aperto di Castagno, fondato nel 1975 da Tommaso Paloscia, si è fatto azione collaborativa e questa è stata premiata: la Pro Loco ha appena vinto il bando “Restauro del patrimonio artistico 2020” promosso dalla Fondazione Caript e dunque, nel corso del 2021, altre 14 opere ritroveranno tutta la loro bellezza grazie al contributo della Fondazione e al co-finanziamento del Comune.

Novembre (1975) di Luca Alinari prima e dopo il restauro di Sarah Manca (agosto 2020). Foto di Riccardo Boccardi

Intanto celebriamo la notizia con una storia che sembra una favola ma che è vera come è “vero novembre”: la storia di un dipinto firmato nel 1975 da un giovane pittore chiamato Luca Alinari (Firenze, 1943 – Firenze, 2019) e intitolato come il mese che doveva raffigurare - Novembre - per il ciclo di affreschi che ha costituito il primo nucleo del Museo all’aperto di Castagno. Un dipinto realizzato con una tecnica poco resistente agli agenti atmosferici, presto quasi scomparso e rimasto per anni praticamente invisibile… fino a quest’estate, agosto 2020, quando è tornato a vivere di colori e disegni dopo il lavoro appassionato e professionale di Sarah Manca (restauratrice che il destino ha voluto si trasferisse, qualche anno fa, nella cosiddetta “Casa delle Fate” a Castagno, proprio accanto a Novembre), lavoro svolto con estrema cura e con affetto aiutato sin dalla fase di ricerca da Simonetta Paloscia, dalla famiglia Alinari e dai vicini di casa che si sono adoperati per dare il proprio contributo, prestando uno strumento, donando materiale, condividendo memorie, documentando con foto… Di seguito l’intervista a Sarah Manca integrata da alcuni preziosi ricordi di Ivana Alinari che svelano molto sull’enigmatica scritta nel dipinto che è finalmente tornato a brillare!

Sarah Manca e Novembre 2020 - Foto di Rachele Salvioli.

Sarah Manca e Novembre 2020 - Foto di Rachele Salvioli.

Vero, c’è di nuovo Novembre al Borgo Museo! Intervista a Sarah Manca, restauratrice e abitante di Castagno.

- Novembre era da tempo, ormai da molti anni, praticamente invisibile. L’opera del Borgo Museo in assoluto più difficile da restaurare. Sarah, come sei riuscita in questa impresa che sembrava impossibile?! Ed è più corretto definirla restauro, rifacimento o cos’altro?

Omaggio, un omaggio all’artista Luca Alinari. Mi sono ispirata ai suoi lavori o meglio a una serie, alle sue “stelline”, ma anche ai racconti dei paesani, di Simonetta Paloscia, della famiglia Alinari, delle persone che vivendo a Castagno o passando da qui avevano visto il suo affresco e più o meno se lo ricordavano o immaginavano in un certo modo... Ascoltando le loro storie, osservando con la lente d’ingrandimento alcune vecchie foto in bianco e nero, studiando i dettagli di alcuni suoi dipinti di quel periodo, ho compreso come potesse essere stato Novembre. Ovvio, non è una riproduzione identica. Di sicuro però racconta l’artista e ciò che questo luogo può avergli ispirato. Io vivo qui da poco, da qualche anno, e in questo contesto mi sono immaginata come il paese, la gente, gli amici, gli altri artisti… gli avessero potuto ispirare sensazioni e pensieri che lui ha messo qui dentro, in una costellazione di segni, simboli, disegni, minuscoli oggetti e misteriose parole. Io sono restauratrice e il mio lavoro consiste nel rispettare il più possibile l’idea originale dell’artista e nell’inventare il meno possibile. Attraverso la ricerca ho comunque ricavato la mia ispirazione.

- E poi da dove hai cominciato?

L’affresco era pieno di buchi, c’erano tante piccole lacune di materia, e da queste sono partita: come prima cosa ho pensato che dov’erano i buchi dovessero esserci state le famose goccioline di colla che lui era solito realizzare in una serie di quadri, una tecnica però non adatta all’esterno. - NOTA: Luca Alinari utilizzava per le sue “stelline” colla uhu, più brillante, quando voleva inglobarci qualcosa, e colla vinavil, più opaca, quando invece voleva poi lavorarci sopra. Nell’affresco Novembre, essendo questo all’aperto e quindi costantemente soggetto agli agenti atmosferici, purtroppo le sue stelline hanno resistito pochi anni e poi sono cadute a terra staccandosi dalla base e portando via con sé colori e pezzettini di materia. - Ho preso dunque un foglio di carta lucida, l’ho applicato sopra e ho ricalcato i punti da cui questa colla era caduta. Tolto il lucido, ho cercato una malta simile a quella originale, con sabbia silicea, un legante idoneo, e l’ho colorata un po’ con gli ossidi. Con questa sono andata a tappare tutti i buchi e a ricreare una superficie il più possibile omogenea. Poi, siccome sul resto della superficie, in alcune zone, c’era rimasto uno strato di bianco, sono intervenuta con una pittura che si chiama quarzite (un prodotto a base acrilica che si usa per pitturare i muri in quanto molto stabile a livello di consistenza e durabilità nel tempo): l’ho colorata e ci ho fatto una stesura molto acquarellata in modo che s’intravedesse sempre un po’ la superficie vecchia (tecnica che applico sempre quando intervengo sugli affreschi). Dopo aver così ricreato la superficie, ho subito intensificato con i colori e le matite le parti del dipinto originali ancora leggibili, pochissime, che erano fortunatamente rimaste e che ho salvato: i tratteggi a zig-e-zag in alto (che ho conservato dove integri e continuato ricollegando i vari segmenti); la scritta in stampatello FAME DI TONNO, che ho solo rafforzato, sempre in grafite; un pezzo di B e un pezzo di R di NOVEMBRE. Mentre l’aggettivo VERO è frutto di una ricerca fatta insieme a Michela Pomposi su una serie di vecchie fotografie in bianco e nero: con la lente d’ingrandimento siamo riuscite a carpire dettagli e particolari importanti. Infine ho ripreso il mio spolvero iniziale, l’ho riappoggiato sopra e ho tracciato così le stelline nei punti in cui avevo segnato i buchi.

Luca Alinari e le sue stelline.jpg

Stelline e colori

Quando scelgo un rosso, mi parla, mi dice “sono il tuo sangue”, e il rosa dice “sono il tuo sangue che affiora sulle tue guance”, e il giallo ti dice “sono il tuo sangue che sta morendo”, ammalato. Perché tutte le cose sono ammalate. I colori fra di loro fanno una guerra, per questo la pittura sembra la vita. Anche la pittura è sempre una guerra. Una guerra contro quello che sta per accadere.

Luca Alinari

- E per i disegni e colori come hai fatto?

Lui probabilmente aveva usato pennarelli mentre io ho usato il pennello e la quarzite colorata con gli ossidi. Mi sono creata tanti colori diversi, molto accessi, che poi mescolavo via via a seconda di quello che volevo disegnare... Per la scelta dei colori mi sono basata sia su una foto (inviatami da Simonetta Paloscia) di un dipinto di Luca Alinari fatto sempre in quegli anni, con uno sfondo bianco e tanti disegni e stelline come questo, sia su un quadro (prestatomi da Simonetta Paloscia) intitolato Colline ma in cui ci sono più stelle che altro. Mentre qui, come nel dipinto della foto, ci sono pure altri disegni, simboli astratti, fantasiosi, animalettini, spirali… Questa è una tecnica che lui ha ripetuto spesso per un certo periodo, in diversi quadri, cambiando magari il colore dello sfondo ma bene o male i piccoli disegni erano quasi sempre gli stessi: le stelle piene o vuote, i tratteggi a zig-e-zag, gli spermatozoi che io qui, a volte, ho trasformato in girini - l’inizio della vita! - o altri simboli ancora più strani che ho ripreso pari pari da quella foto. E poi dava una sottile tridimensionalità al quadro, attaccandoci tante piccole cose, oggettini che a volte inglobava nelle gocce di colla… E qui si apre una storia interessante: dai ricordi-racconti di alcuni abitanti come Luciano Gelli, Angela Palandri, Daniela Gelli e Massimiliano Brughitta, è emersa la storia che qui Luca Alinari avesse inserito alcuni pezzettini di tonno (sott’olio) all’interno delle goccioline… che poi staccandosi e cadendo, avevano lasciato persino segni di unto! Per ricreare l’idea del tonno, ho utilizzato rotolini di juta. Così nel dipinto c’è comunque questa memoria del paese: alcuni abitanti ne sono davvero convinti, altri sostengono invece sia solo una leggenda suggerita magari dall’enigmatica frase “FAME DI TONNO” alla quale, altra piccola curiosità, Ivano Gelli (fratello di Luciano) aveva risposto con un quadro intitolato “FAME DI SGOMBRO” - (che ha promesso di cercare in soffitta e se lo trova lo esporremo alla Pro Loco!).

- Questo dipinto è come un gioco.

Sì, e invita chiunque lo guardi a giocare, ad esempio: c’è un bottone, trovalo! Ci sono anche tanti fiorellini ma se non ti soffermi a cercarli non li vedi. E poi ci sono alcuni pesci. Anche due gamberoni, trovali! E dei piccoli coni, che lui disegnava spesso (ma non so cosa potessero significare). E poi la cosa divertente è che questi piccoli disegni e oggettini sono tra loro connessi, in qualche modo collegati, giocano tra loro, a volte si rincorrono: così possiamo leggerci dei percorsi e immaginare storie, ad esempio questa stellina cadente sopra il pesce che insegue quest’altra cosa perché se la vuole mangiare! È come guardare il cielo o il mare: per noi sono ambienti infiniti e misteriosi che stimolano la nostra immaginazione. Così fa questo dipinto, risveglia la nostra fantasia. I bambini e le bambine si divertono a indovinare dov’è questo-o-quello. Ma anche noi adulti ci possiamo giocare! Sopra alcuni disegni, ho poi attaccato slime colorati: cerchietti, anellini, perline, palline minuscole che mi ha regalato Greta (figlia di Sabrina, mie vicine di casa), oggettini che ho scelto ispirandomi ai simboli utilizzati da Alinari, e poi un po’ di glitter che invece mi ha dato Angela. Ho preso esempio dagli altri dipinti con le “stelline” e cercato di ricostruire questo nel modo che sentivo più verosimile. È la regola del restauro: inventarsi il meno possibile.

- Ma c’è comunque un dettaglio tutto tuo?

Sì, i due gamberoni! La mia risposta alla sua “fame di tonno”. E poi, ispirata dalla leggenda castagnola, i rotolini di juta con i quali ho voluto ricreare l’impressione che potrebbero aver dato i famosi pezzettini di tonno…

11. Novembre – Luca Alinari - 2020 - Vero Novembre.jpg

- Analizziamo invece il testo presente in questo dipinto. Perché “VERO NOVEMBRE” secondo te? Cosa significa “vero” qui?

Beh, possiamo solo provare a interpretare e ognuno può avere la sua intima spiegazione… Io ne ho parlato con alcuni abitanti e ad esempio, secondo Riccardo Innocenti, “vero” sta a significare la voglia dell’estate, la “fame di tonno” come dice l’altra scritta nel dipinto, fame di mare, sole e cieli stellati. Qui c’è colore e vita - niente grigio, nebbia o pioggia che ci aspettiamo da un mese come Novembre - e allora magari tutti quei piccoli disegni azzurri, gialli, verdi, rossi, rosa sono ricordi della stagione passata. Si ha già nostalgia dell’estate a Novembre… e potrebbe essere questa la “verità” del mese. Ma chissà cosa pensava in realtà l’artista mentre dipingeva, nell’estate del 1975, questo affresco!

- E “FAME DI TONNO”?

Allora, durante la ricerca abbiamo scoperto che “Fame di Tonno” è il titolo di un libro che Luca Alinari ha interamente illustrato con disegni e pastelli: una raccolta di poesie del suo amico scrittore Edoardo Sanguineti (Genova, 1930 - Genova, 2010) che è stata pubblicata nel 1981. Forse, mentre nel ’75 dipingeva Novembre, Alinari stava già lavorando a quel progetto editoriale, chissà. Il significato resta un enigma ma di certo si collega alla leggenda del paese…


NOTA:

PRIMA DI CONCLUDERE l’intervista, PROVIAMO A SCIOGLIERE l’enigma insieme ad Ivana Alinari che ha condiviso con noi alcuni ricordi…

Il significato autentico e originale rimane un mistero ma grazie ai ricordi di Ivana Alinari, moglie del pittore, abbiamo raccolto possibili indizi e qui la storia si fa ancora più curiosa e interessante. Prima però entriamo nel contesto storico, rileggendo un breve tratto del Libro Guida Castagno di Piteccio - il borgo museo di Pistoia”: […] Nel 1960, in occasione dell’inaugurazione della sala d’attesa per viaggiatori alla fermata del treno, il borgo organizzò una particolare iniziativa culturale promossa dalla Pro Loco: un concorso di pittura estemporanea che si svolse durante il giorno. […] Da quella prima volta, a Castagno ci furono 21 edizioni che ospitarono in totale oltre 600 pittori. Nel 1971, venne anche istituito il “Premio Castagno Nazionale di Pittura” promosso dal critico d’arte Tommaso Paloscia che negli anni Sessanta aveva acquistato una casa nei pressi del borgo, per venire qui da Firenze in villeggiatura. Gli artisti da lui invitati dovevano partecipare con la realizzazione di un’opera e poi comporre, loro stessi, la giuria per la proclamazione del vincitore. L’evento ebbe un notevole successo e venne riproposto ogni anno fino al 1975, quando vi fu l’edizione speciale: stavolta gli artisti invitati dovevano rappresentare, attraverso la tecnica dell’affresco, i 12 mesi dell’anno; ad ogni artista ne venne assegnato uno. Con questa manifestazione iniziò a formarsi il primo nucleo del Museo all’aperto di Castagno. […]

Ebbene: nel 1971, il Premio Castagno venne vinto da Luca Alinari e sua moglie Ivana ricorda che come premio gli venne consegnata una bicicletta Graziella pieghevole. Ma ricorda anche un altro premio che il marito ricevette probabilmente l’anno seguente come secondo o terzo classificato: una gigantesca scatola di tonno! Enorme, di forse 5 o persino 10 chili. - (I premi consegnati dalla Pro Loco consistevano spesso e volentieri in alimenti come prosciutti interi o mortadelle, etc…). - Ricorda che risero tanto, che portarono la scatola di tonno a casa a Firenze e che successivamente la condivisero con parenti e amici; loro stessi ne mangiarono tanto di quel tonno che era molto buono ma decisamente troppo da finire in due! È allora lecito ipotizzare che questo simpatico episodio sia finito in qualche modo nel dipinto che Luca Alinari ha poi, qualche anno dopo, nel 1975, realizzato a/per Castagno. Chi se lo sarebbe mai scordato tutto quel tonno?! E magari intanto gli era già capitato di raccontare l’aneddoto al suo amico poeta Edoardo Sanguineti, il quale potrebbe aver tratto ispirazione per una poesia. Nel 1974 - secondo Wikipedia - lo scrittore genovese dedicò diverse poesie all’amico pittore fiorentino e molto probabilmente queste, tutte o alcune, sono state raccolte nella pubblicazione del 1981, illustrata da Alinari e intitolata “FAME DI TONNO”.

Una serie di coincidenze oppure quel bizzarro premio può aver davvero ispirato sia un affresco che un libro?! Chissà. In merito invece ai famosi pezzettini di tonno che, a Castagno, si narra il pittore avesse inglobato nelle sue goccioline di colla, non abbiamo conferma da Ivana Alinari. Lei era lì presente, e nega decisamente questo fatto; più probabile dunque sia solo una leggenda nata da quella scritta che risultava di sicuro incomprensibile ed enigmatica, così magari qualcuno per darsi una risposta o anche solo per scherzarci un po’, ha iniziato a spargere quella voce e alla fine, si sa, la memoria mescola tutto, finzione e realtà. Ivana ricorda invece di una volta in cui suo marito utilizzò davvero del cibo per le sue stelline ma si trattava di granelli di zucchero che poi col tempo si ossidarono annerendo (a chi sperimenta, ovviamente, capita anche di sbagliare!).

Ivana racconta come suo marito fosse non solo un pittore ma anche un letterato e, non a caso, intrattenne rapporti di amicizia con diversi scrittori. Luca Alinari amava la scrittura, la parola scritta, le parole, anche il loro suono. Appuntava note, pensieri, concetti che poi avrebbe usato e riusato come titoli dei suoi dipinti o che avrebbe scritto persino dentro ai suoi quadri, qua e là, tra disegni e colori. I titoli per lui erano importantissimi, erano parte dell’opera. E tutte queste parole, frasi, espressioni, spesso enigmatiche, potevano venir fuori da conversazioni oppure da letture, da un romanzo o da una poesia che aveva letto. E lui, a sua volta, avrebbe potuto ispirare l’opera di qualche amico poeta, magari con la sua storia di “Castagno e la gigante scatola di tonno”. E allora la poesia sarebbe stata proprio così:

IO PESCO CON ESCHE FINTE:

(NON SI TRATTA DI TONNI,

EVIDENTEMENTE): (E NEMMENO,

POSSO AGGIUNGERE, DI FAME):

TI CANCELLO, ALLA FINE, COSÌ,

CON LA MIA TESTA FLESSIBILE:

- poesia di Edoardo Sanguineti tratta dal libro “FAME DI TONNO” (1981)

All’interno della stessa raccolta, esiste un’altra breve poesia che contiene un’altra espressione che ricorda molto il linguaggio dei titoli/dipinti di Luca Alinari: “automa di sé”. Questa poesia parla pure di “stelle piccole”, tanto amate e dipinte da Alinari, e fa così:

SONO UN CELLOFANATO VELATO

AUTOMA DI

ME AUTOFAGO PER TE:

(MI EMARGINO AI MARGINI, GOFFO):

(E

TREMO TRA LE STELLE

TROPPO PICCOLE):

È quindi plausibile che in questa raccolta di poesie, oltre ai disegni che accompagnano i testi, ci sia davvero molto di Luca Alinari “non solo pittore ma anche letterato”. Inutile però ragionare troppo sull’Arte. Ad un certo punto, non resta che accettarla così com’è, senza pretendere troppe spiegazioni e significati che nessuno, forse nemmeno l’artista, saprebbe mai darci. Chi si avvicina davvero a un’opera (visiva, letteraria, sonora, …) saprà metterci un po’ di sé, della propria intimità, e trovarci il proprio senso. È il dialogo eterno tra l’opera ed il presente contemporaneo. Ecco, siamo arrivati a quel punto. Adesso tocca a ognuno di noi prendersi la libertà di vedere e credere tutto ciò che si desidera.

FAME DI TONNO - dettaglio dell’affresco Novembre di Luca Alinari restaurato da Sarah Manca (agosto 2020). Foto di Riccardo Boccardi.

FAME DI TONNO - dettaglio dell’affresco Novembre di Luca Alinari restaurato da Sarah Manca (agosto 2020). Foto di Riccardo Boccardi.

Copertina del libro “Fame di tonno. Pastelli e poesie” con poesie di Edoardo Sanguineti e disegni a colori di Luca Alinari. Pubblicato nel 1981 da Calcografica Studio (San Giovanni Valdarno). Le poesie, così come il titolo nella copertina del libro,…

Copertina del libro “Fame di tonno. Pastelli e poesie” con poesie di Edoardo Sanguineti e disegni a colori di Luca Alinari. Pubblicato nel 1981 da Calcografica Studio (San Giovanni Valdarno). Le poesie, così come il titolo nella copertina del libro, sono scritte in un originale ed unico font “biscottato”.


- Infine: Sarah, concludiamo l’intervista con i tuoi ringraziamenti personali.

Ringrazio Simonetta Paloscia per il costante incoraggiamento e la ricerca di foto e dipinti, attraverso l’archivio di suo padre (Tommaso Paloscia, critico d’arte e fondatore del Museo all’aperto di Castagno), che mi hanno aiutata ad immaginare l’affresco nel modo più fedele possibile a come l’aveva concepito e realizzato Luca Alinari, purtroppo scomparso nel 2019. Ringrazio la famiglia Alinari, ovvero la moglie Ivana e il figlio Filippo, che da Firenze, tramite videochiamate, mi hanno raccontato del marito/padre/artista e mostrato il libro Fame di Tonno. Ringrazio quindi Michela per la ricerca web: prima di contattare la famiglia Alinari, abbiamo scoperto la connessione tra l’affresco di Alinari e le poesie di Sanguineti proprio perché lei ha googlato l’enigmatica frase; e poi per aver documentato il mio lavoro con le sue foto (vedi gallery di seguito). Ringrazio anche gli altri vicini di casa che mi hanno aiutata prestandomi strumenti o donato oggetti fondamentali: Rosanna mi ha prestato la siringa, Sabrina e sua figlia Greta mi hanno dato tutti i coloratissimi slime; Angela mi ha dato i glitter; Luciano e Stefano mi hanno invece raccontato molte storie del paese, aneddoti legati all’affresco, come la leggenda secondo cui Luca Alinari aveva usato pezzettini di tonno all’interno delle sue gocce di colla vinilica o uhu (entrambe non adatte all’esterno)… E a questo proposito, ringrazio Valeria Magnani per avermi fatto scoprire e trovare la colla ideale - si chiama UNICUM ed ha una garanzia di almeno trent’anni! - per ricreare l’effetto “pioggia” tridimensionale nel modo più resistente e duraturo possibile. Infine, ma in realtà per primo, ringrazio mio marito Pieralberto, che mi sostiene sempre.

All’inizio avevo molta paura di sbagliare ma alla fine mi sono divertita tantissimo. Io di solito tratto affreschi del Quattro/Cinquecento… qui mi sono cimentata per la prima volta in un’opera contemporanea però l’ho fatto con lo stesso criterio. Esistono studi recenti sul restauro dell’arte contemporanea, è una disciplina/esigenza ancora nuova ma sempre più necessaria: anche le opere moderne si rovinano, anche un’opera che ha solo vent’anni richiede un minimo di manutenzione. Io qui, come faccio sempre, ho cercato di inventare il meno possibile pur non avendo praticamente niente come base su cui lavorare, ad eccezione di qualche piccolissima traccia. Mi hanno aiutata però le foto, il quadro Colline di quello stesso periodo, e i tanti racconti su Luca Alinari e Castagno.

Sono contenta, questo è il mio paese, è la mia casa. Sono grata a tutte le persone che mi sono state vicine, dalla ricerca d’informazioni ai quattro pomeriggi passati tra colla e colori, a chi mi ha regalato il proprio entusiasmo. A Ivana e a Filippo Alinari che mi ha detto: “sembra fatto dal babbo”.

- Grazie a te, Sarah. Grazie di cuore per questo tuo prezioso dono al Borgo Museo! Pro Loco & CdP staff

Luca Alinari e Fabio De Poli a Castagno in quella famosa estate del 1975, mentre dipingono i loro affreschi (Novembre, Alinari e Ottobre, De Poli) - foto dall’archivio di Tommaso Paloscia.

Luca Alinari e Fabio De Poli a Castagno in quella famosa estate del 1975, mentre dipingono i loro affreschi (Novembre, Alinari e Ottobre, De Poli) - foto dall’archivio di Tommaso Paloscia.

Novembre di Luca Alinari durante il restauro di Sarah Manca, agosto 2020 - foto di Michela Pomposi e Sarah Manca. Sfoglia la Gallery!

Novembre e Sarah, Castagno 2020 - foto di Rachele Salvioli.


GIOIA, GRATITUDINE, RIVOLUZIONE! 🍂🧡🍁

Le due Giornate FAI d’Autunno 2020 (le scorse domeniche 18 e 25 ottobre) ci hanno davvero riscaldato il cuore!

Che bello rivedere così tante persone al Borgo Museo di Pistoia: 280 presenze registrate con tutte le prenotazioni alle visite guidate esaurite! Più tante altre persone venute a Castagno per conto proprio, per la prima o ennesima volta, molte per visitare la mostra Un paese per tornare la sera del pittore Pieralberto Luzzana, dedicata al suo-nostro-e-vostro Castagno di Piteccio. Che meraviglia vagare per Castagno attraverso le sue pennellate! E ascoltare i commenti di chi s’innamora del borgo, del suo museo all’aperto e del bosco attorno, incrociare sguardi che svelano sorrisi nascosti dalle mascherine, sentire la vita scorrere tra i vicoli e le piazzette mentre pure gli affreschi e le sculture sembrano animarsi! Quanta curiosità per questo piccolo grande luogo... e che gioia riscoprire il senso del nostro lavoro.

GRAZIE, grazie di cuore, ad ogni persona che ha partecipato! GRAZIE a tutti/e gli/le abitanti che hanno sostenuto e aiutato la Pro Loco nell’organizzazione. GRAZIE alla Pro Loco di Castagno, alla Diocesi di Pistoia, a Simonetta Paloscia, all’Associazione Culturale CCT-SeeCity, alla storica dell’arte Ilenia Vecchio e alla guida ambientale Michel Bruni (le nostre due guide di riferimento per museo e bosco: a voi due un grazie speciale per la professionalità unita alla passione).

E infine ma SOPRATTUTTO GRAZIE a tutti/e i/le volontari/e del FAI Giovani Pistoia e Gruppo FAI Pistoia che da anni svolgono un lavoro prezioso che andrebbe seriamente riconosciuto e premiato dalle istituzioni locali e nazionali, a partire dal Fondo Ambiente Italiano che dovrebbe dare il buon esempio in Italia, trasformando il volontariato culturale in lavoro retribuito. Ecco cosa sogniamo noi per il mondo post-covid che verrà: operatori e operatrici culturali giustamente retribuiti/e! E se vogliamo che accada questa rivoluzione nel sistema culturale italiano, dobbiamo tutti/e contribuire con parole e azioni. FAI la cosa giusta, DAI il buon esempio: paga chi lavora per la nostra cultura, per il nostro territorio.

CdP staff

Un paese per tornare la sera - La mostra di Pieralberto Luzzana al Borgo Museo di Pistoia

Una mostra a Castagno dedicata a Castagno, dal 18 al 25 ottobre 2020 presso gli spazi della Pro Loco. Una serie di dipinti che l’artista Pieralberto Luzzana, castagnolo da qualche anno, ha realizzato negli ultimi tempi traendo ispirazione dal paese in cui ha scelto di abitare.

La mostra, ospitata dalla Pro Loco, sarà aperta domenica 18 (vernissage) e domenica 25 (finissage) ottobre dalle ore 10.00 alle 18.00, in occasione delle Giornate FAI d'Autunno 2020.

Qui tutte le informazioni a riguardo, come iscriversi e partecipare: http://bit.ly/GiornateFAIdAutunno2020alBorgoMuseo

Inoltre, durante la settimana (dal 19 al 24 ottobre), sarà visitabile su appuntamento inviando una mail a castagnodipiteccio@gmail.com oppure chiamando +39 334 2580342. Per maggiori info: www.castagnodipiteccio.it

Un paese per tornare la sera - Pieralberto Luzzana MOSTRA.jpg

Chi è Pieralberto Luzzana? Prima di farvi leggere la sua biografia, ve lo raccontiamo con le parole del suo vicino di casa, e amico, il fumettista Riccardo Innocenti.

Una curiosità: i due, insieme al pittore Luciano Gelli, sono i tre artisti della Rive Gauche di Castagno (che vi avevamo presentato nel post Gli artisti della “Rive Gauche”).

Non è da tutti poter ammirare il muro della propria casa ritratto più e più volte, e poter scorgere, tra le pennellate, talvolta demonietti e vecchi mercanti che sembrano usciti dalla mente di Bruegel o Bosch, talvolta volti di donna o seducenti fate nude. Io ho questa fortuna da quando Pieralberto Luzzana ha deciso di venire a vivere nella casa di fronte alla mia, in quella che in paese era nota come “Casa delle Fate”.

Pieralberto Luzzana, pittore castagnolo, e già qui si potrebbe discutere… Certo sentendolo parlare, non si può non notare il suo accento, chiaramente orobico, che il lungo periodo vissuto a Novara non ha minimamente scalfito (e mi auguro resista anche alle contaminazioni toscane!) il quale rivela i suoi natali e la sua formazione, personale e culturale. Eppure Pieralberto è più Castagnolo di tutti noi, che qui ci siamo nati o, come me, ci siamo venuti a vivere, per scelta certo, ma partendo da non troppo lontano. Lui ha posto una distanza molto più ampia, fra il suo vivere quotidiano e suoi affetti, siano essi di sangue o di amicizia, quindi il suo sforzo è stato più deciso rispetto al nostro. Certo non ha fatto centinaia di chilometri per venire a vivere a Castagno! Chi l’ha mosso è stato l’Amore (che come si sa, “move il Sole e l’altre stelle”) per Sarah, quindi qualcuno potrà obiettare che poi non è stato uno sforzo così immane venire ad abitare in collina, ma anzi una scelta quasi irrinunciabile. Ma il punto non è questo, semmai ci interessa il fatto che lui e Sarah abbiano deciso di venire a vivere in questo borgo sperduto e quasi disabitato, e che nella terra Pieralberto abbia affondato le mani per piantare radici, aspettando quasi due anni per riprendere in mano pennelli e tavolozza. Due anni nei quali ha annusato l’aria, cercato di capire la gente, osservato i movimenti dei gatti, ma soprattutto del Sole sul muro di casa mia, che nel frattempo è stato rintonacato e dipinto di un verde veneziano il quale ha stimolato la sua fantasia a immaginare esserini invisibili rincorrere i camini che apparivano e sparivano seguendo il ciclo del Sole. Quando ha sentito il radicamento ben saldo ha cominciato a produrre prolificamente scorci di Castagno, quasi che questa nuova vita coincidesse con una nuova fase della sua pittura, perlomeno nei soggetti, con la riscoperta tra l’altro della pittura paesaggistica. In realtà non c’è una linea di demarcazione così netta, tant’è che Pieralberto spesso usa vecchi ritratti, sui quali raffigura dei paesaggi, fondendo le immagini e al tempo stesso il Pieralberto Castagnolo con quello precedente, stabilendo una continuità.

Le opere che possiamo ammirare oggi quindi non rappresentano un taglio col passato ma piuttosto una sua evoluzione, la tappa di un percorso iniziato da giovane apprendista presso lo zio pittore nel Bergamasco e continuato in tutti i suoi spostamenti, ricchi di suggestioni certo, ma che non lo hanno mai cambiato o plasmato in modo irreversibile, ma anzi gli hanno fornito un orizzonte narrativo più ampio. Questa mostra ospita anche alcune tavole a fumetti inedite realizzate in gioventù da Pieralberto. Quale occasione migliore per presentare un lavoro che si intitola “Un paese per tornare la sera” e che da il nome a questa mostra (non sto a dire quanto da autore di fumetti, questa cosa mi inorgoglisca!)? Pieralberto trae ispirazione anche dalla nona arte, una narrativa del tutto diversa dalla pittura che permette di raccontare storie in modo del tutto diverso. Non vorrei dilungarmi molto sui quadri presenti in questa mostra, perché rischierei di influenzare quello che è il percorso esplorativo del visitatore, in quanto ritengo la pittura di Pieralberto ricca di suggestioni che prima di parlare agli occhi, parlano alla mente e all’ anima, o a quel terzo occhio che ci permette di vedere o immaginare quella realtà nascosta alle tre dimensioni e la cui esistenza Pieralberto è bravissimo a suggerire. Non meravigliamoci quindi se scorgiamo in un’ombra, un animale inesistente relazionarsi con una donna invitante, o se dai tetti a noi familiari, appare il profilo di una gigantessa addormentata, lo stesso profilo che diventa spettro silvano che ci ammonisce oppure veglia su di noi. Commuoviamoci o sentiamoci rincuorati, nel vedere una fanciulla luminosa e piena di vita suonare il flauto, novella Hamelin, nel buio di fronte alla Chiesa, mentre una figura consumata dalla vita cerca di raggiungerla con le ultime forze di questo mondo.

È ora di cominciare il giro, da qualsiasi opera si scelga di farlo, avrà un senso compiuto, come quando un viaggiatore si abbandona nei vicoli di Castagno e trova sempre la strada per la chiesa o per la fontana. Spero di aver reso giustizia a questo artista e non solo per l’amicizia che mi lega a lui, ma veramente per l’incanto che provo nel guardare le sue opere, ben conscio del fatto che non mi perdonerà mai per aver fatto dipingere un murale sul muro di casa, togliendo quella campitura azzurra, per lui fonte di tante suggestioni!

Riccardo Innocenti, ottobre 2020


Borgo Museo Festival 2019 - Pieralberto Luzzana nel suo atelier a Castagno.jpg

Pieralberto Luzzana

Il pittore nel suo atelier a Castagno, in una fotografia dall’album “Borgo Museo Festival 2019”

PIERALBERTO LUZZANA nasce ad Alzano Lombardo (BG) il 21 settembre 1956. Viene trasportato nel mondo dell’arte dallo zio pittore Franco Luzzana, che riconoscendone le doti, lascerà in eredità al nipote un’impronta fondamentale dal punto di vista tecnico-artistico nell’ambito pittorico. Pieralberto si diploma presso il liceo artistico statale “Casorati di Novara”. Nel 1977 vince il primo premio alla quarta edizione del concorso di pittura della “Scuola delle Trasmissioni di Roma”; nel 1994 organizza la sua prima mostra personale a Vigevano (PV). Dopodiché partecipa a numerose mostre personali In tutto il nord Italia: Milano,Torino, Venezia, Bergamo, conseguendo il primo premio della critica alla “Mostra di pittura delle strutture Comunali” di Asti. Nel 1985 Pieralberto frequenta corsi di disegno e fumetto presso la scuola di grafica del Castello Sforzesco di Milano. A Pitigliano (GR), negli anni successivi frequenta corsi di modellazione e decorazione di ceramiche artistiche tenuti dal maestro Roberto Polidori. Nel 2004 partecipa, grazie al sostegno della Prefettura di Novara, alla realizzazione del progetto “Oblò-Cantieri d’arte”, laboratori d’arte, teatro e danza dedicato ai ragazzi dagli 11 ai 15 anni. Nel frattempo continuano ad essere numerose le sue mostre personali e nel 2010 vince il titolo di “Miglior pittore dell’anno” presso l’associazione culturale “La Riseria” di Novara. Nel 2017 l’Archivio d’arte Sgarbi inserisce nella raccolta “Gli artisti nella Collezione Sgarbi” due opere di Pieralberto Luzzana. L’artista, ad oggi, nel Paese di Castagno (PT), vive e prosegue il suo sentiero artistico senza tempo… | Facebook

Giornate FAI d'Autunno 2020 al Borgo Museo di Pistoia!

Grazie al meraviglioso, professionale e appassionato impegno dei volontari del Gruppo FAI Giovani Pistoia, il Borgo Museo partecipa per il secondo anno consecutivo alle Giornate FAI d’Autunno, l’evento nazionale organizzato dal FAI - Fondo Ambiente Italiano con lo scopo di far (ri)scoprire le bellezze del territorio tramite itinerari tematici e aperture speciali. Quando? domenica 18 e domenica 25 ottobre 2020.

Sì, quest’anno saranno due le giornate per scoprire ogni angolo e aspetto di Castagno, dall’arte che lo rende Museo all’aperto dal 1975 alla natura dei dolci boschi, colli e monti che lo abbracciano da secoli, immergendo il paese in un mondo fiabesco seppur distante solo 12 km dalla città di Pistoia.

Di seguito il programma e tutte le indicazione su come iscriversi e partecipare!

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PROGRAMMA

DOMENICA 18 OTTOBRE

  • Visite guidate aperte a tutti alla scoperta delle opere d’arte del Borgo Museo, a cura dei Volontari FAI. | Gruppi di max 15 persone; durata visita: 30 minuti; orario partenza visite: 10.00 - 11.00 - 12.00 - 13.00.

  • Possibilità di visitare gli atelier degli artisti della “Rive Gauche” di Castagno e la mostra Un paese per tornare la sera del pittore castagnolo Pieralberto Luzzana ospitata presso gli spazi della Pro Loco. | Orario apertura atelier e mostra: 10.00 - 18.00.

  • Visite guidate aperte a tutti alla scoperta delle bellezze naturali, tra castagni secolari e tracce di architettura industriale, nel bosco attorno al Borgo Museo, a cura della guida ambientale Michel Bruni di Tuscany Hiking. | Gruppi di max 15 persone; durata visita: 1 ora circa; orario partenza visite: 14.30 e 16.00.

  • Servizio Bar presso la Pro Loco.

DOMENICA 25 OTTOBRE

  • Visite guidate esclusive per i SOCI FAI alla Casa di Tommaso Paloscia (fondatore del Museo all’aperto di Castagno), a cura della storica dell’arte Ilenia Vecchio e grazie all’ospitalità di Simonetta Paloscia. | Gruppi di max 15 persone; durata visita: 1 ora circa; orario partenza visite: 10.00 - 11.00 - 12.00. Dopo la visita guidata, verranno fornite le mappe per visitare liberamente il paese e la mostra alla Pro Loco.

  • Visite guidate aperte a tutti alla scoperta delle opere d’arte del Borgo Museo, a cura dei Volontari FAI. | Gruppi di max 15 persone; durata visita: 30 minuti; orario partenza visite: 14.00 - 14.30 - 15.00 - 15.30 - 16.00 - 16.30 - 17.00.

  • Possibilità di visitare gli atelier degli artisti della “Rive Gauche” di Castagno e la mostra Un paese per tornare la sera del pittore castagnolo Pieralberto Luzzana ospitata presso gli spazi della Pro Loco. | Orario apertura atelier e mostra: 10.00 - 18.00.

  • Servizio Bar presso la Pro Loco.


Come iscriversi alle Giornate FAI d’Autunno 2020 e prenotare le visite

A causa dell’emergenza Covid, quest’anno sarà possibile partecipare agli eventi in programma SOLO ed ESCLUSIVAMENTE tramite prenotazione online, sul sito: https://faiprenotazioni.fondoambiente.it/.

I contributi raccolti, come ogni anno, verranno devoluti totalmente per le attività di tutela, gestione e salvaguardia dei beni FAI sparsi in tutto il territorio nazionale.

Per maggiori informazioni:


PARTECIPA ALLA NOSTRA RESISTENZA CULTURALE!

In occasione delle Giornate FAI d’Autunno 2020, sarà possibile acquistare il Libro Guida “Castagno di Piteccio - il borgo museo di Pistoia” ad un prezzo speciale (10 euro invece di 15). Invitiamo tutti i visitatori a sostenere la Resistenza Culturale del Borgo Museo attraverso l’acquisto del Libro Guida e/o dei vari souvenirs di Castagno (cartoline d’artista, spillette, borse, etc…). Ogni contributo è davvero importante! GRAZIE di cuore, CdP staff

Qui tutte le foto della Giornata FAI d’Autunno dello scorso anno (13 ottobre 2019): www.castagnodipiteccio.org/notizie-storie/2019/10/grazie-fai


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Per prenotare le visite, vai sul sito ufficiale del FAI. Ti aspettiamo a Castagno di Piteccio, il Borgo Museo di Pistoia! CdP staff, Pro Loco & Abitanti


Ringraziamenti

Il Gruppo FAI Giovani di Pistoia ringrazia per la collaborazione e la buona riuscita dell’evento la Pro Loco di Castagno, la Diocesi di Pistoia, Simonetta Paloscia, l’Associazione Culturale CCT–SeeCity, gli abitanti e gli artisti di Castagno, la guida ambientale Michel Bruni e la storica dell’arte Ilenia Vecchio.


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INFINE, ALLEGHIAMO A QUESTA IMPORTANTE INIZIATIVA UNA COMUNICAZIONE DEL CDP STAFF PER RIFLETTERE INSIEME…

Anche il CdP staff del Borgo Museo si unisce all’invito di tutti/e gli/le operatori e operatrici culturali d’Italia rivolto al FAI - Fondo Ambiente Italiano ad “abbandonare un modello basato sul volontariato per passare a un modello basato sull’impiego di lavoro degnamente retribuito.”

In Italia la gestione dei beni culturali non è cosa pubblica. In Italia la gestione dei beni culturali è delegata a fondazioni e aziende private che si arricchiscono sfruttando senza limiti e senza vergogna il sistema del volontariato e degli stage. FAI - Fondo Ambiente Italiano potrebbe scegliere di dare il buon esempio dimostrando che il lavoro culturale è lavoro, crea valore e quindi si paga! E invece no, fa sempre peggio e intanto lo Stato (ovviamente co-responsabile con la sua non-gestione) sta sereno, continuando a ripetere quella frase retorica, falsa e insopportabile “La cultura è il petrolio dell’Italia”. No, non è così: la cultura è il petrolio di alcune fondazioni e di alcune aziende. Mentre l’Italia è una Repubblica fondata sul volontariato, sugli stage e sui rimborsi spesa. - breve sfogo di Elena, CdP staff

Sì, in Italia serve una rivoluzione per restituire dignità al lavoro culturale, alle professionalità e persone che lavorano per la gestione, tutela, promozione dei beni culturali. Noi del Borgo Museo siamo una piccolissima e ancora nuova realtà ma vogliamo comunque dare il nostro contributo a questa necessaria rivoluzione o quanto meno contribuire a stimolare una riflessione collettiva, segnalando semplicemente lo stato delle cose, affinché tutti/e i/le cittadini/e italiani/e si possano interrogare e magari interrogare il FAI, il MiBACT & Company.

Per capire meglio di cosa stiamo parlando, potete approfondire l’argomento sul sito di Mi riconosci? - qui: www.miriconosci.it/tag/fondo-ambiente-italiano/. Vi consigliamo anche di seguire la relativa Pagina Facebook: Mi riconosci? Sono un professionista dei beni culturali.

Una rivoluzione culturale può prendere vita solo se esiste una consapevolezza diffusa e collettiva. Consapevolezza che ognuno deve trasformare in scelte e in azioni, in privato e in pubblico, per contribuire al cambiamento. Noi vogliamo provarci. E tu?

CdP staff