CCT-SeeCity

Ma che valore ha il lavoro culturale?

Testo: Elena Mazzoni Wagner | Foto: Rachele Salvioli e Francesco Poli

Tre anni di #BorgoMuseo! Il progetto di rigenerazione a base culturale ideato e curato da CCT-SeeCity per la Pro Loco di Castagno, in un articolo per riflettere sul valore sociale ed economico del lavoro culturale. Buona lettura, CdP staff

Oggi a Castagno di Piteccio si possono contare ben 66 opere d’arte. Per contarle tutte è necessario guardarsi bene attorno, e da cielo a terra: alcune si affacciano alle finestre, altre si nascondono tra i cespugli, altre ancora ti sorprendono dietro l’angolo o si fanno notare solo se fai molta attenzione a dove metti i piedi!

Per “leggerle”, conoscerne l’artista e la sua relazione con Castagno, da dicembre 2021 è possibile accedere all’Archivio Digitale su www.castagnodipiteccio.it tramite il QR code presente su ogni targhetta e collegato alla scheda dell’opera. Che senso ha la collezione di un museo se le sue opere non sono fruibili, studiate, conservate, raccontate, condivise, vissute? Castagno di Piteccio, il Borgo Museo di Pistoia, ha quindi messo a disposizione di chiunque e ovunque il suo patrimonio artistico, con il desiderio di creare attorno a sé una comunità glocale ancora più ampia e partecipe, e la consapevolezza di lasciare uno strumento prezioso a chi in futuro vorrà continuare a prendersi cura di questo Museo all’aperto e diffuso, che oggi è un po’ più di tuttə!

Dal libro guida al festival

Tre anni fa, Castagno di Piteccio andava online e diventava social! Ma il lavoro di CCT-SeeCity (guidezine: www.cct-seecity.com | studio: www.cct.world) per la Pro Loco di Castagno è iniziato prima (nel 2017/2018) partendo dallo studio del territorio e nello specifico da una tesi di laurea diventata un progetto editoriale. L’intento, quello di cercare, raccogliere ed evidenziare le risorse esistenti ma sino ad allora trascurate, sottoutilizzate o ignorate, per creare una trama nuova e fertile, una rete interconnessa di segni e storie, tracce e percorsi. L’analisi è stata tradotta in un prodotto editoriale prendendo spunto dal concetto di atlante: partire da un rilevamento storico e geografico, osservare il paesaggio dall'alto, individuarne significati contemporanei; allo stesso tempo, interagire con il luogo attraverso visite ed escursioni, ricerche e documentazioni, incontri e interviste agli abitanti. È nato così un libro che rivela il borgo museo di Pistoia proponendosi come mediazione creativa, come guida per chi vuole/deve prendersi cura del territorio, per una valorizzazione strategica del paese e lo sviluppo di un turismo lento. Ma anche, naturalmente, per chi ha la semplice curiosità di avvicinarsi in qualità di cittadino o viaggiatore. Da qui, dal Libro Guida ‘Castagno di Piteccio - Il borgo museo di Pistoia’, realizzato da Erika Mazzoni Wagner e pubblicato da CCT-SeeCity, il CdP staff (gruppo di lavoro coordinato da CCT) ha iniziato a pianificare e sviluppare sia la comunicazione (in particolare la narrazione digitale) che la progettazione culturale. Così, il 19 febbraio 2019, Castagno di Piteccio è andato online con un sito web, è diventato social con una pagina Facebook, un gruppo Facebook, un profilo Instagram e due hashtags di riferimento: #CastagnoDiPiteccio e #BorgoMuseo. Per la stagione eventi, CCT ha invece ideato e organizzato una serie di attività raccolte in tre format principali: Castagno di Maggio – percorsi lenti; Borgo Museo Festival; Residenza d’Artista.

Ed ecco che è nato un nuovo centro culturale per chi ama l’arte e la natura, in grado di avvicinare la città alla montagna e viceversa, ecco il Borgo Museo di Pistoia.

La valorizzazione del territorio ed il valore del lavoro culturale

Secondo l’art. 6 del Codice dei Beni Culturali del 2004, la valorizzazione “consiste nell’esercizio delle funzioni e nella disciplina delle attività dirette a promuovere la conoscenza del patrimonio culturale e ad assicurare le migliori condizioni di utilizzazione e fruizione pubblica del patrimonio stesso”. Come spiega Mi Riconosci? nel libro Oltre la grande bellezza. Il lavoro nel patrimonio culturale italiano, “secondo il Codice e l’intera tradizione legislativa italiana, i beni culturali sono considerati tali non perché belli oppure utili economicamente, ma perché servono a preservare la memoria e a testimoniare il passaggio dell’uomo sulla Terra con l’obiettivo di creare così un’identità condivisa. Ogni testimonianza culturale, avente valore di civiltà, per continuare a raccontare alle future generazioni la propria storia deve essere viva e vissuta. La testimonianza rimane viva se tutelata e, di conseguenza, riesce a comunicare la sua storia se è anzitutto resa fruibile e in secondo luogo valorizzata.”

In tre anni di lavoro, CCT-SeeCity ha fatto riscoprire alla città di Pistoia l’esistenza di un Borgo Museo nel proprio comune. Nel 2017, Pistoia Capitale Italiana della Cultura, nessuno ha visitato Castagno di Piteccio. Nessuno sapeva o si ricordava del suo Museo all’aperto. Poi cos’è successo? CCT ha iniziato a raccontarlo e così a farlo conoscere a cittadini e viaggiatori. Ha costruito un’identità territoriale e attorno a questa una comunità glocale. In tre anni, il sito web di Castagno ha ricevuto oltre 27.300 visite (≈25 al giorno) da tutta Italia (62,5%) e dal resto del Mondo. La I edizione del Borgo Museo Festival, nel 2019, ha registrato oltre 700 persone in 1 solo giorno. Poi la pandemia ma CCT non ha smesso di lavorare e la II edizione, nel 2021, è stata un successo di 4 giorni. Oggi, per testate nazionali come Sky TG24, Castagno è tra i paesi dipinti d’Italia; il Borgo Museo è caso studio in un manuale di Marketing per Eventi Culturali; lə Castagnolə si danno appuntamento su WhatsApp per riparare steccati o brindare insieme sotto l’albero di Natale.

Con il lavoro culturale, CCT-SeeCity ha acceso una nuova consapevolezza collettiva che si è trasformata in partecipazione, attivando dinamiche virtuose promosse anche dal basso, come nel caso del restauro, ad esempio. In tre anni, 18 opere d’arte sono diventate oggetto di restauro. Allo stesso tempo, attraverso la Call for Artists, sono state raccolte oltre 260 candidature da tutto il mondo e così la collezione è cresciuta da 42 a 66 opere, in parte col progetto di Residenza (che in due edizioni ha coinvolto 12 artistə internazionali) e in parte con donazioni. Nel frattempo, il numero delle artiste donne presenti con un’opera è cresciuto da 2 a 15. E proprio grazie alla scultura di una artista (o meglio di una scoperta a riguardo), il Borgo Museo è stato il primo (e forse è ancora l’unico) museo nel Comune di Pistoia ad aver aderito alla rete Uffizi Diffusi: durante la ricerca per la schedatura, si è scoperto che il Gabinetto dei Disegni e delle Stampe delle Gallerie degli Uffizi conserva il disegno preparatorio de L'Unione di Diana Baylon realizzata per il Museo all'aperto di Castagno nel 1977. Questo il motivo della visita del Direttore Eike Schmidt in occasione del Borgo Museo Festival 2021.

In soli tre anni e con una pandemia nel mezzo, questo borgo dimenticato è diventato amato in Italia e all’estero. Non è solo un caso se: nell’ultimo anno sono stati venduti almeno tre immobili in paese, di cui due con importanti dimensioni, presto appartamenti da abitare o affittare; alla mail arrivano richieste di chi cerca alloggio per trascorrerci la prossima estate oppure consigli su cosa visitare nei dintorni durante il soggiorno già fissato per Capodanno; l’Assessorato al Turismo auspica l’apertura di un bar/ristorante; a ottobre 2021, il Comune di Pistoia ha partecipato a Buy Tuscany, l’evento organizzato da Regione Toscana e Toscana Promozione Turistica, proponendo tra le esperienze del proprio territorio anche il Borgo Museo e ottenendo l’interesse di almeno una decina di buyers da tutto il mondo. [Bene MA che il turismo sia lento, in armonia con l’ambiente e la comunità abitante. E che il valore collettivo di un bene comune non finisca ai privati.]

Non è forse solo un caso se da quest’anno 2022, ovvero dalla XIII edizione, i Dialoghi sull’Uomo si chiameranno Dialoghi di Pistoia: nel 2019 e 2021, il Borgo Museo Festival ha promosso i Dialoghi sulla Donna proprio in risposta ai Dialoghi cittadini, invitando professioniste di vari ambiti (dall’antropologia alla sociolinguistica, dall’arte alla narrazione, dalla giurisprudenza alla demografia, dalla biologia alla filosofia, etc…) a confrontarsi col pubblico su temi fondamentali per la costruzione di una società più femminista intersezionale, dunque più giusta, accogliente e inclusiva, in cui le differenze possano convivere in pace. “Piccole semine che poi germogliano rigorose in tutto il territorio. Grazie, Carolina” – ha commentato in merito una cittadina, ringraziando per il lavoro culturale di CCT-SeeCity al Borgo Museo.

Ma che valore ha il lavoro culturale? Come racconta perfettamente Mi Riconosci? nel libro già citato, il lavoro nel patrimonio culturale italiano non è riconosciuto. In Italia, per la società e per la politica, non è una cosa seria. Infatti, la gestione dei beni culturali si basa su sfruttamento e volontariato. Serve un cambiamento radicale. Serve riconoscere il valore sociale ed economico del lavoro culturale. Prima dei “grandi attrattori culturali” tanto cari a PNRR e MiC, serve investire su risorse umane competenti per valorizzare cultura e territorio, creare comunità e cittadinanza. Chiunque abbia il dovere e privilegio di decidere, scelga di valorizzare il lavoro professionale che si prende cura del nostro patrimonio culturale ovvero del bene e benessere comune.

“Il patrimonio culturale è il luogo dei diritti fondamentali della persona, uno spazio che non può piegarsi alla logica del profitto, perché deve servire i cittadini.” - Mi Riconosci?

“Il patrimonio culturale è la parte più pregiata dello spazio pubblico, cioè dello spazio dove non si è né sudditi, né clienti, né consumatori, bensì cittadini.” - Tomaso Montanari

E per te, cos’è il patrimonio culturale?

Una recensione a sorpresa!

Qualche giorno fa, la redazione di CCT-SeeCity ha ricevuto una mail con oggetto “Castagno” e il seguente messaggio:

Salve, mi sono imbattuta per caso nella vostra "guida" di Castagno di Piteccio. Mi è piaciuto molto il progetto grafico e l'approccio originale. Mi sono fatta guidare nella lettura dalle storie che avete raccontato e ne è uscita una sorta di recensione, ve la invio. Complimenti, Maria Camilla

In allegato c’era quindi la spontanea e accurata recensione di Maria Camilla Pagnini che pubblichiamo sul nostro sito (qui di seguito) con vera gioia e gratitudine, per condividerla con tutti/e voi!

ATTENZIONE! Ne approfittiamo per ricordare che è sempre possibile ordinare una copia del Libro Guida “Castagno di Piteccio - il borgo museo di Pistoia” inviando una mail a castagnodipiteccio@gmai.com.

GRAZIE di cuore Maria Camilla e buona lettura a tutti/e! CdP staff


Castagno di Piteccio. Il borgo museo di Pistoia

Erika Mazzoni Wagner
F.to 18x 13 cm, ill. pp. 155 con quattro mappe piegate, CCT-SeeCity Guidebook, 2019

La scelta di comunicare l'essenza di un borgo di montagna, quale Castagno di Piteccio, stazione climatica sita a 500m sul livello del mare, come ricorda l'immagine di chiusura del volume, è una scelta coraggiosa. Lo scopo dichiarato del lavoro è quello di costruire uno storytelling che vada oltre la narrazione, alla ricerca di risorse naturalistiche, culturali e ambientali da connettere per “creare una trama nuova (...) una rete interconnessa di segni e storie” di un piccolo paese che ha come dimensione caratteristica quella del silenzio. Nella prefazione (pp. 9-11) l'autrice propone il volume come una “mediazione creativa” capace di rivelare il borgo-museo; non si tratta quindi di una guida turistica in senso tradizionale, si propone già nel formato, che ricorda quello medium della moleskine come supporto personale di un ipotetico visitatore che lo porti in tasca, camminando tra le stradine lastricate del paese, in cerca di stati d'animo.

Superata brillantemente la dimensione erudita che molto spesso è il fine di questo tipo di pubblicazioni, Erika Mazzoni Wagner stabilisce i capisaldi della storia urbanistica (pp. 13-70) del paese di Castagno le cui case sono state arricchite nel tempo da opere d'arte affidate a molti artisti tra cui Antonio Bueno, Fabio de Poli, Jorio Vivarelli, per farsi guidare anche attraverso i percorsi storici verso i luoghi notevoli attorno ai quali si è addensata la storia del Borgo: il castello, la chiesa, le abitazioni dei carbonai e dei taglialegna e il tratto della ferrovia costruita nel XIX secolo per attraversare l'Appennino e unire Pistoia a Bologna.

Il contrappunto di questo racconto sono mappe, fotografie, grafici e citazioni tratte da narrazioni storiche che l'autrice ha selezionato anche per il loro sapore di testimonianza facendole assurgere al ruolo di illustrazioni grazie anche al progetto grafico che ne fa delle icone. La costruzione della stazione ferroviaria del Castagno (1960) e l'istituzione del “Premio Castagno nazionale di pittura” (1971) sono due momenti descritti come fondanti nella storia recente del Borgo. Le tappe del Premio e le opere realizzate dagli artisti in vari luoghi del paese (12 affreschi e 30 sculture) sono ripercorse nella loro scansione temporale e contrappuntate da una rassegna stampa che assume essa stessa valore grafico.

La lettura del territorio e della popolazione, unita alle istanze di valorizzazione e promozione del Borgo sono articolate in quattro percorsi tematici e costituiscono la sostanza delle mappe a corredo della pubblicazione. Arte, natura, archeologia industriale, vicinanza con il centro di Pistoia sono i focus scelti per “orientare l'identificazione (del visitatore), per riuscire a stabilire una relazione con l'ambiente circostante”. La seconda parte del volumetto è costituita dall'Atlante (pp. 108-128) e dalle note fotografiche, oltre quaranta immagini che compongono una cospicua parte del lavoro e sono utili all'interpretazione dell'architettura del paesaggio. Erika Mazzoni Wagner ha scelto di illustrare percorsi d'acqua o viabilità di sapore certamente non “caratteristico”, ha proposto immagini in rigoroso bianco e nero dando una personalissima lettura di manufatti ed edifici appartenenti ad epoche assai diverse che costituiscono un paese che è “diventato tela di artisti”.

M. Camilla Pagnini


Appennino senza confini: racconta la tua storia e vieni a Castagno!

Appennino senza confini tra cultura e territorio è un progetto di CCT-SeeCity che nasce in collaborazione con il Corso di Studio PROGESA (Progettazione e Gestione degli Ecosistemi agro-territoriali, forestali e del paesaggio) dell’Università di Bologna insieme alla Scuola AL.FO.N.S.A. (ALta FOrmazione e innovazioNe per lo Sviluppo sostenibile dell’Appennino) promossa da UNIAPPENNINO (Università per l’Appennino) e ad ANA (Accademia Nazionale di Agricoltura).

Perché ve ne parliamo? Innanzitutto perché Castagno di Piteccio è Appennino! E poi perché il Borgo Museo è coinvolto nel progetto fin dal principio. Come? Ve lo raccontiamo qui.

Il progetto in breve e gli eventi in calendario

APPENNINO SENZA CONFINI TRA CULTURA E TERRITORIO vuole essere un momento di confronto e di studio su alcune tematiche cardine per il rilancio dell’economia delle aree appenniniche: il ruolo della castanicoltura come caposaldo del recupero delle terre, della coltura e dei territori abbandonati dell’Appennino; la possibilità di sviluppo di esperienze soprattutto giovanili. In agenda quindi un percorso formativo fatto di incontri online e offline, da marzo a giugno 2021: 

  • 11 Marzo 2021: Il ruolo della castanicoltura per la conservazione del paesaggio per una economia di filiera | seminario online

  • 15 Aprile 2021: Storie di resilienza per un ritorno alle aree interne | seminario online legato allo sviluppo socioeconomico e culturale della montagna

  • 15 Maggio 2021: Laboratorio didattico a Granaglione | giornata dimostrativa in campo sulla castanicoltura

  • 24 e 25 Giugno 2021: Il cammino del castagno: da Granaglione a Castagno di Piteccio | attività didattiche itineranti con partenza dal Parco didattico sperimentale della Castagna; durante il cammino la lettura del paesaggio: ecologia forestale, suoli e storia dei territori; arrivo al Borgo Museo Festival (24-27 giugno 2021).

Le vostre storie

E adesso veniamo a voi. Appennino senza confini vuole essere anche un raccoglistorie di qualsiasi argomento purché il racconto abbia a che fare con il paesaggio naturale, culturale e umano della nostra spina dorsale. Ecco allora che CCT apre sulla sua web guidezine [www.cct-seecity.com] uno spazio dedicato alla narrazione collettiva dell’Appennino; un contenitore di storie raccontate da chi vive, frequenta, conosce, ama questo territorio. Ispirandosi al libro Civiltà Appennino, CCT vuole cambiare prospettiva provando ad osservare e raccontare l’Italia in verticale.

Ti va di partecipare? Qui - http://bit.ly/AppenninoSenzaConfini_RaccontaLaTuaStoria - trovi il form per inviare la tua storia che sarà pubblicata sulla web guidezine www.cct-seecity.com entro una settimana dall’invio, in un post/articolo che sarà poi condiviso sui social media (in particolare Facebook & Instagram) con l’hashtag #AppenninoSenzaConfini. E poi…

Borgo Museo Festival!

Questo spazio virtuale per la condivisione di storie da/su/per l’Appennino rimarrà sempre aperto e vuole essere un motivo continuo di incontro. Sicuramente, oltre ai seminari e laboratori già in programma e sopra citati, lo sarà anche all’interno del Borgo Museo Festival 2021 a Castagno di Piteccio (Pistoia, Toscana) dal 24 al 27 giugno.

Premio Appennino senza confini 2021

Attenzione! Chi invierà la propria storia entro il 10 maggio 2021, avrà la possibilità di essere selezionato/a dal CCTeam & Partners del progetto e quindi invitato/a come ospite a Castagno di Piteccio (Pistoia, Toscana) in occasione del Borgo Museo Festival 2021 (24-27 giugno). Saranno selezionati/e almeno tre autori/autrici ed il premio includerà: alloggio per quattro giorni (tre notti) e partecipazione gratuita a tutte le attività del Festival. Chi vorrà, potrà scegliere di partecipare (sempre gratuitamente) anche all’esperienza Il cammino del castagno: da Granaglione a Castagno di Piteccio (24-25 giugno) attraversando in due giorni a piedi, e una notte a Pracchia, in compagnia di una guida ambientale esperta, una bellissima tratta dell’Appenino tosco-emiliano.

Dai dai, inviate le vostre storie che noi vi aspettiamo a Castagno! CdP staff

Il nostro weekend insieme a @WhatItalyIs & @TravelOnArt

Testo: Matilde Amendola - Foto: Matilde Amendola e Joana Mendes

La scorsa settimana (sabato 27 e domenica 28 aprile) abbiamo inaugurato la nostra stagione eventi 2019 con il “LABORATORIO PER UNA NUOVA NARRAZIONE DEL #BORGOMUSEO”: un weekend formativo organizzato da CCT-SeeCity per conoscere come si raccontano borghi e musei attraverso il web e i social media. Gli ospiti che ci hanno accompagnato sono stati What Italy Is e Travel On Art. Un’esperienza davvero interessante ed utile per i partecipanti, e ovviamente anche per noi che ci occupiamo di raccontare al mondo il Borgo Museo di Pistoia.

Vuoi sapere cosa è accaduto? Continua a leggere!


COME SI RACCONTA UN BORGO

Sabato 27 — All’arrivo dei partecipanti e di Giuseppe Mondì (cofondatore della community di storytellers What Italy Is, attiva soprattutto su Instagram), la Pro Loco di Castagno ha offerto caffè e dolcetti cucinati dalle donne del paese. Un piacevole inizio di una bellissima e calda giornata primaverile. Aldo Romagnani (presidente della Pro Loco) ha poi guidato la visita al borgo: abbiamo così appreso la storia di Castagno, anticamente paese di taglialegna, costruito in pietra con le rovine di un Castello che non esiste più.

Ci siamo inoltrati tra le strette e talvolta ripide vie del borgo incontrando alcuni “nuovi” abitanti come il fumettista Riccardo (famoso in paese anche per avere il miglior cespuglio di rosmarino dove fare la spesa), o come il pittore Pieralberto e la restauratrice Sarah che si sono trasferiti qui con i figli da pochi anni. Sono entusiasti di vivere in un luogo dove le stagioni si distinguono ancora e dove esiste un vero e proprio rapporto con i vicini di casa. Inoltre, ha raccontato Sarah: “Castagno profuma. Ogni volta che, tornando qui dalla città, scendo dall’auto, riconosco immediatamente e respiro il suo profumo. E che tramonti! E poi la notte si vedono benissimo le stelle!” - Proseguendo la passeggiata, scopriamo presto che la popolazione castagnola non è soltanto “umana”: Castagno è anche il paese dei gatti, quasi ogni famiglia ne possiede almeno uno (solo quattro sono di Sarah e Pieralberto). E se gli abitanti umani sono circa 70/80… potete immaginare!

Dopo la visita per il borgo, la Pro Loco ci ha accolti per il pranzo: tutti gli alimenti in tavola rigorosamente fatti in casa o a km 0; croccante schiacciata appena sfornata, affettati toscani, acqua dalla fontana del paese… e poi loro, i tortelli ripieni fatti a mano dalle donne del paese (con una pasta finissima ed un ripieno davvero goloso), una ricetta tipica di Castagno.

Dopo pranzo, siamo rimasti alla sede della Pro Loco per trascorrere il pomeriggio imparando “Come si racconta un borgo” con la lezione tenuta da Giuseppe Mondì di What Italy Is. I consigli di Giuseppe sono stati utilissimi per capire meglio quali strumenti utilizzare per raccontare un territorio ed in particolare come poterlo fare sfruttando la forza del visual storytelling. Oggi la velocità di scrolling sui social media è sempre maggiore, ecco perché è fondamentale scegliere la piattaforma adatta al proprio target e fornire contenuti di qualità, con l’obiettivo di “bloccare” lo sguardo pigro e distratto, e continuamente stimolato da immagini, dell’utente sulle proprie pubblicazioni. Per fare questo è necessario raccontare con veridicità, in modo lineare e con uno stile personale, perché è a questo che l’utente si affeziona. All’autenticità di un luogo deve corrispondere un racconto autentico, o viceversa: l’immagine che si vuole raccontare deve corrispondere all’identità unica del territorio.


COME SI RACCONTA UN MUSEO

Domenica 28 — Nonostante le nuvole minacciose, la mattina dopo ci siamo ritrovati ancora alla Pro Loco che ci ha nuovamente accolto con dolcetti e caffè. Dopo l’arrivo delle ospiti Anna e Anastasia di Travel On Art, siamo ripartiti in compagnia di Aldo ma stavolta alla scoperta delle opere d’arte che contraddistinguono il borgo di Castagno e che infatti dal 1975 lo rendono un Museo all’aperto. Con noi anche Simonetta Paloscia, figlia di Tommaso Paloscia, il critico d’arte a cui è dedicato il museo in quanto fondatore. Simonetta ci ha fatto rivivere i momenti della sua infanzia e gioventù trascorsi nel borgo, quegli anni in cui insieme famiglia soggiornava a Castagno nei mesi estivi. Quegli anni in cui insieme alla Pro Loco, il padre organizzava il “Premio Castagno Nazionale di Pittura”, invitando artisti che avrebbero poi donato le proprie opere al borgo (per saperne di più, leggi qui!). Aldo racconta che l’animo artistico di Castagno aveva preso vita già nel corso degli anni precedenti, gli anni ‘60 quando venivano organizzate le extempore di pittura: I premi erano modesti, in molti casi si vinceva un prosciutto. Solo molti anni dopo è stato istituito il premio in denaro. Gli artisti vincitori regalavano la propria opera alla Pro Loco.

Sebbene nel corso degli anni questa tradizione culturale sia andata perduta, sembra ci sia la volontà da parte del borgo di ripristinarla. Tra gli abitanti ci sono anche alcuni artisti: Riccardo è un fumettista, il vicino Luciano un pittore, Sarah una restauratrice e il marito Pieralberto un pittore con lo studio sulla strada sotto casa (sarà felice, dopo qualche chiacchierata, di mostrarvelo). Inoltre la Pro Loco vuole avviare un programma di residenze d’artista a partire da quest’anno (vedi la CALL for Artists).

Dopo la passeggiata per il paese, abbiamo camminato fino alla stazione ferroviaria, una fermata ancora attiva della storica linea Porrettana, che secondo Anna e Anastasia di Travel On Art è in assoluto una delle stazioni più belle in cui siano mai state! E hanno aggiunto: “la location perfetta per un film di Wes Anderson”. E come dar loro torto? Non capita spesso di visitare una stazione così immersa nel verde, dalla quale il treno passa solo qualche volta al giorno. Noi siamo stati fortunati: non appena arrivati, ecco che abbiamo scorto il treno per Pistoia uscire dalla galleria.

Dopo il pranzo alla Pro Loco (che propone sempre prodotti e ricette locali) è stato il turno della lezione di Anna e Anastasia. Esperte di comunicazione, collaborano con musei ed altre realtà culturali; oltre alla passione per l’arte abbinata al viaggio (che raccontano sul loro blog e i social media - Facebook ed Instagram), studiano piani editoriali e strategie per una comunicazione corretta ed efficace, in particolare per le realtà più piccole come il nostro Borgo Museo. Con noi hanno approfondito alcuni punti essenziali e abbiamo appreso che l’ingrediente fondamentale è la vicinanza al lettore: avere un’interazione costante con i propri lettori e offrire loro contenuti semplici ed emozionali fa emergere il lato umano del proprio museo; accogliere il visitatore partendo dal mondo digitale per accompagnarlo alla visita sul luogo. E poi abbiamo visto come alcuni format globali, eventi social come #Instameet, #EmptyMuseum e #MuseumWeek - se utilizzati in modo professionale, e magari con il coinvolgimento di storytellers esperti del settore e appassionati del tema - permettano anche ad una realtà piccola come la nostra di ampliare il proprio pubblico. Infine, ci hanno ricordato l’importanza di monitorare i dati online: analizzare i dati relativi al proprio sito web e social media, ci consente di pianificare meglio eventi e contenuti, e ottimizzare quindi il budget futuro, proprio grazie alle informazioni che abbiamo sul nostro target, o meglio, pubblico interessato al nostro museo.


Questo weekend è terminato - (grazie di cuore a chi ha partecipato!) - ma tante altre giornate ti aspettano per scoprire Castagno: se sei interessato ad una visita guidata prenota un tour oppure approfitta degli eventi in programma. Oppure… visita Castagno di Piteccio quando vuoi: il Borgo Museo di Pistoia è gratuito e sempre aperto!